La contestazione fuori dal Moccagatta. Zaza: “Parlo con la società”
La Nord si è spostata in strada. "Il vaso è colmo". Il tecnico: "Il mio futuro? Non so, noi ci alleniamo come sempre". Ed elogia "i bambini della scuola calcio"
ALESSANDRIA – “Il vaso è colmo”. Colmo per la gente della Nord, che canta, spinge la squadra, ma dopo il raddoppio della Pro Sesto decide che il limite di sopportazione è stato ampiamente superato. Ed esce. E nella curva, svuotata, il silenzio che diventa rabbia, è la colonna sonora, forte anche senza parole, mentre scorrono i titoli di coda della quinta sconfitta consecutiva.
Con numeri da brividi: 5 reti subite, 0 segnate nelle ultime due gare, in casa, e di solito il fattore campo dovrebbe essere un vantaggio. Non per questa Alessandria, che non segna da quasi 300 minuti.
Chi esce dallo stadio ha elenco interminabile di ragioni per farlo, anche vedere il gruppo squadra abbandonato a se stesso, perché dei due soci che il 14 maggio sono diventati proprietari non c’è traccia.
Sotto il viale il clima è bollente, ma anche sconfortato, soprattutto rabbioso e determinato a invocare un cambiamento. Perché la tolleranza non c’è più e vedere i Grigi scivolare sul fondo è inaccettabile per chi spera ancora che si possa scrivere un altro destino.
In molti restano a lungo, a parlare, a cercare di capire perché l’Alessandria, e Alessandria, debbano subire tutto questo.
Il futuro del mister
Zaza, che il giorno del suo insediamento aveva parlato di “due gare, dopo le quali avremmo fatto insieme, la dirigenza ed io, una valutazione” non sa cosa succederà nelle prossime ore. “Con la società credo che parlerò domani (sabato, ndr) e ascolterò le decisioni. Con il mio staff guidiamo l’allenamento, se non arriveranno scelte diverse che, comunque, accetterò”.
Parla di un’Alessandria “che ha giocato 40′ alla grande. Sul gol siamo stati sfortunati, perché credo che il tiro di Barranca sarebbe uscito. Però quell’azione era da evitare e, invece, Manneh ha sbagliato nel rinvio”. Così dice la fredda cronaca, è vero, ma scaricare le colpe sui singoli non è né bello, né opportuno, né costruttivo.
“Non mi ricordo così tanti cross fatti in una gara“: visto che è la seconda che dirige, forse il riferimento è alla gestione Fiorin, in cui, però, si vedeva gioco.
“Però i cross – chiosa Zaza – hanno bisogno di chi sa sfruttarli in area. Delle punte“. E siamo sempre al punto di partenza, all’assenza di peso e qualità davanti, e Oscar Siafa, appena arrivato, non sarebbe ancora stato tesserato, ma non può essere la panacea di tutti i mali, mentre per Crivellaro manca l’ok dalla Lega.
Eppure Parravicini tecnico della Pro Sesto, sostiene che la rosa dell’Alessandri ha valori. Allora cosa non funziona, visto che questi valori non si vedono? Sicuramente l’ambiente, perché il clima, legittimamente pesante, non è facile da gestire per alcuno, e non è una questione di over o under. Ambiente che è figlio di una gestione societaria folle, che sta condizionando anche il rendimento.
“Spiace per i ragazzi della scuola calcio e delle giovanili, che sono stati stupendi”. Hanno l’innocenza di chi poi scoprirà che per fare calcio, a livello professionistico, serve tutto ciò che l’Alessandria adesso non ha.
E che i Grigi sono da amare, sostenere e non umiliare o trattare come un giocattolo che, quando non interessa più, finisce a pezzi nella pattumiera.