“Bus più piccoli e linee ‘flessibili’, ma servono investimenti”
Licia Nigrogno, presidente Amag Mobilità, spiega: "La società e i pendolari sono cambiati"
ALESSANDRIA – Migliorare i trasporti per migliorare la vita dei cittadini. L’obiettivo cruciale è stato tema di incontro pubblico e dibattito organizzato alla Soms del Cristo, venerdì scorso. “Trasporti e lavoro, per una mobilità pubblica e privata davvero sostenibile“: il Partito Democratico cittadino ha voluto affrontare quello che per certe zone della provincia è un vero e proprio problema, portando testimonianze dai pendolari di Ovada, Casale e anche da Alessandria (“Villa del Foro ha perso l’ultimo negozio di alimentari, passino più bus come a Cantalupo e Cabanette”, l’appello).
I problemi di collegamento con la Liguria, ma anche dal Basso Monferrato ad Alessandria sono noti e lungamente dibattuti per le infrastrutture vetuste e gli scarsi collegamenti orari. Se poi ci aggiungiamo che la provincia si trova in mezzo a tre ‘compartimenti’ regionali che evidentemente hanno idee diverse, allora, anche solo prendere una coincidenza comoda per tornare a casa dopo la scuola diventa difficoltoso.
Per questo la moderatrice dell’incontro, Rita Rossa – consapevole che solo facendo massa critica tra amministratori e politici si possa raggiungere qualche risultato – ha voluto lanciare un appello ai sindaci (presenti Abonante e Muliere di Alessandria e Novi): “Dobbiamo cercare di risolvere le criticità a livello provinciale, superando i confini e i campanilismi dei centri zona, ragionare per quadranti”. Una bella sfida anche per gli stessi Dem, insomma.
Amag Mobilità: come ti vorrei
La politica decide, e dal 2012 ha scelto di tagliare. Licia Nigrogno, già presidente dell’Agenzia della Mobilità Piemontese, oggi presidente di Amag Mobilità precisa: ” Il 65% del costo dei trasporti pubblici è sostenuto dal fondo nazionale, quindi nostri soldi pubblici. Solo il restante 35%, in Piemonte, è coperto dai biglietti e dagli abbonamenti. Il ticket unico? Bisogna mettere d’accordo 120 aziende…” Come per dire, se è già difficile far dialogare tra Piemonte Liguria e Lombardia, figuriamoci con cento realtà.
“Cambio sedia ma non cambio idea”
Nigrogno è pragmatica: “I pendolari non sono più quelli di una volta, fanno meno viaggi casa-ufficio, ma potrebbero benissimo utilizzare il trasporto pubblico per recarsi in palestra o da un amico. Dobbiamo rileggere le esigenze, la società – specialmente dal Covid in avanti, con il lavoro da remoto, non è più la stessa – nel bene e nel male – e così anche bus e treni devono adeguarsi, non il contrario”.
Il sogno della manager, fin dai tempi dell’agenzia regionale, è di rinnovare anche Alessandria, una piazza difficile? “Magari i bus 18 metri non saranno più necessari, magari le linee e gli orari devono essere più flessibili e non necessariamente devono servire ospedali e cimiteri”, spiega, ribadendo che ogni cambiamento radicale necessità di pesanti investimenti. E poi bisogna cambiare il paradigma: “Comunicare meglio, raccontare che la mobilità pubblica non è per ‘poveri’, dobbiamo dialogare per avvicinare i cittadini. Prendere il bus deve tornare una scelta, non una necessità”.
Progetti e desideri si devono conciliare con la dura realtà: Dal 2012 i fondi pubblici sulla mobilità sono diminuiti. E’ da quel -36% che bisogna ripartire per migliorare treni , corriere e linee urbane. “Servono grandi investimenti”, conclude.