Morto Vattimo. Il filosofo voleva sposarsi a Occimiano
L’intellettuale torinese aveva intenzione di unirsi con l’assistente 38enne Simone Caminada in provincia di Alessandria. Ma il tentativo è andato in fumo
TORINO – Ieri sera, dopo un lungo ricovero nel reparto di Nefrologia all’ospedale di Rivoli (Torino), è morto Gianni Vattimo. Il noto filosofo torinese aveva 87 anni: comunista e cattolico, era anche omosessuale. Orientamento, il suo, che in vita non l’ha risparmiato da dolori: seppelliti due compagni, uno vittima dell’Aids e l’altro di un male incurabile, dal 2010 aveva una relazione con l’assistente Simone Caminada, 38 anni.
Storia, quest’ultima, che lo lega ad Alessandria. Nel tentativo di suggellare il proprio legame, infatti, i due si erano rivolti al Comune di Occimiano, dopo un primo rifiuto da parte di un paese della Lombardia. Scelta condotta, avevano spiegato, in quanto Caminada si diceva amico di tale Sir Paolo Saltarelli Bozzi Granville. Si tratta del pronipote della Regina Elisabetta II, che già una volta quest’anno aveva fatto parlare del Comune monferrino per averlo scelto per il suo matrimonio con Iginio Viganò.
Non c’è stato, però, un lieto fine: già accusato di circonvenzione di incapace in Lombardia, Caminada ha visto interrotte le procedure per il matrimonio anche ad Occimiano. La causa? Una lettera dal Tribunale di Torino che ordinava di sospendere le pratiche, viste le complicazioni pregresse.
Una bussola per la modernità
Gianni Vattimo, negli ambienti accademici ma anche per chiunque si sia imbattuto nella sua divulgazione, è conosciuto come il teorico del “pensiero debole”. La sua eredità, però, esce dalle mura delle università per incontrare l’utilità della filosofia per il grande pubblico.
Entrato in Rai (con l’alessandrino Umberto Eco, peraltro), trasmise infatti concetti dalla grande portata. Tra questi, un “postmoderno” meno angosciante, ma anche una rivalsa del Cristianesimo sul piano filosofico, seppur con una prospettiva più disillusa.
Senza dubbio, quella che ieri ci ha lasciato è una grande mente: non possiamo che avere riguardo del suo lascito intellettuale.