Alessandria Calcio, Liverani ai tifosi: “Noi ci mettiamo la faccia”. Società assente
A fine gara i giocatori a colloquio con i sostenitori. Ciancio: "Ci dobbiamo aiutare tutti"
ARZIGNANO – “Guardateci, noi ci siamo. Qui, a rappresentare l’Alessandria, oggi ci siamo solo noi“. I giocatori si avvicinano al settore ospiti. E parlano. Non cercano alibi. Raccontano come si vive una gara già cruciale senza la società, che al ‘Dal Molin’ di Arzignano non c’è. Parla Liverani. “Siamo qua e ci mettiamo la faccia“. Lo ribadisce Simone Ciancio, il capitano. E’ il pensiero di tutti.
Anche della gente che arriva in questa cittadina della provincia vicentina e assiste alla vittoria che allontana l’Arzignano dal fondo e lascia all’ultimo posto i Grigi, insieme al Novara, battuto a Padova, terza sconfitta, come per gli uomini di Fiorin.
Che non vogliono applausi consolatori, ci tengono solo a ribadire la loro condizione. “Siamo saliti sul pullman sapendo quello che era successo in sede e che ha fatto il giro di tutta Italia. Non è una giustificazione – insiste Ciancio – perché quando si va in campo si dovrebbe sempre liberare la testa da ogni pensiero. Però, credeteci, non è facile, né per noi più esperti, né per i ragazzi”.
Il messaggio arriva molto chiaro alla delegazione sugli spalti. Deve arrivare anche a chi continua a macchiare quei 111 anni di storia, tante volte chiamati in causa a sproposito da chi non sa come vuol dire amare e rispettare i Grigi.
I giocatori almeno ci provano, lo staff anche. Con i limiti che i protagonisti diretti per primi conoscono bene. “Volpe non è in condizione? Certo, non ha la partita nelle gambe, ma chiediamoci anche noi – insiste Ciancio – se davvero lo aiutiamo a darci il contributo che può garantire, per le sue caratteristiche. Oggi gli è arrivato un solo cross in area”.
“Per un pugno di bitcoin”
I tifosi hanno ben chiara la situazione, da quattro mesi a questa parte. Capiscono che la squadra, abbandonata a se stessa, anche oggi riceve dalla società, un messaggio di sfiducia, che riguarda il tecnico, ma anche ogni singolo elemento.
E risponde, la tifoseria, ancora con uno striscione che strappa un sorriso per la sua ironia, ma è una sintesi perfetta delle scene e della parole di questi ultimi giorni, ma anche di tante settimane. “Per un pugno di bitcoin” dice tantissimo, anzi tutto, sui comportamenti incresciosi sommati alla precarietà ,che si diffonde nel “metaverso”.
Le parole devono essere chiare: per chi oggi non c’era (Benedetto), per chi sembrava la prima vittima cacciata, ma è pronta a rientrare, se non dalla porta principale, almeno da una finestra. Anche per chi dovrebbe arrivare sabato, Alain Pedretti, ma viene sempre più da pensare che lo farà solo se andrà in porto un riposizionamento delle quote e dei ruoli.
Altrimenti la navigazione sarà ancora più a vista, in un mare in tempesta e il primo scoglio potrebbe essere il 16 ottobre. Sempre che i conti, da regolarizzare, siano davvero solo con la Lega Pro e la Figc.