Alessandria: detenuto sul tetto del carcere Don Soria
La protesta iniziata nella tarda mattinata di oggi, trattative in corso
ALESSANDRIA – ORE 17.45 – Il detenuto è riuscito a raggiungere la cupola del carcere di piazza Don Soria in mattinata, quindi ha bloccato la botola attraverso cui è possibile accedere impedendo di fatto alla Polizia Penitenziaria di raggiungerlo.
Ancora sconosciuti i motivi della protesta.
“Sono momenti di grande tensione – ha spiegato Demis Napolitano, vicesegretario regionale Sappe – ma è stato tempestivo l’intervento dei poliziotti penitenziari che monitorano la situazione e stanno cercando di interagire con l’uomo in una difficile opera di mediazione”.
Il segretario regionale Sappe, Vicente Santilli, poi, evidenzia come il personale di Polizia Penitenziaria sia stremato dai logoranti ritmi di lavoro a causa delle violente e continue aggressioni.
ORE 16.30 – Un detenuto sul tetto del carcere Don Soria di Alessandria. Nella tarda mattinata di oggi un detenuto straniero è riuscito a raggiungere il tetto del penitenziario alessandrino, dove si trova tutt’ora.
È in corso una complessa e intensa trattativa per risolvere lo stallo e convincerlo a scendere.
Il detenuto nodafricano, ad Alessandria da pochi giorni, rifiuta il dialogo e al momento non ha fornito motivazioni del suo gesto.
Sul posto sono intervenuti anche i Vigili del Fuoco con un’autoscala.
“Intervento tempestivo degli agenti”
Per Demis Napolitano, vicesegretario regionale per il Piemonte del Sindacato autonomo Polizia penitenziaria, “l’uomo, uno straniero del Nord Africa da pochi giorni in carcere ad Alessandria, è proditoriamente salito sul tetto del carcere. Senza dare motivazioni e rifiutando il dialogo. Sono momenti di grande tensione, ma è comunque stato pronto e tempestivo l’intervento dei poliziotti penitenziari. Che monitorano la situazione e stanno cercando di interagire con l’uomo, impegnati in un’opera di mediazione”.
Il segretario regionale Sappe Vicente Santilli evidenzia che “in Piemonte la consistente presenza di detenuti con problemi psichiatrici è causa da tempo di gravi criticità per quanto attiene l’ordine e la sicurezza delle carceri del Paese. Il personale di Polizia penitenziaria è stremato dai logoranti ritmi di lavoro a causa delle violente e continue aggressioni. Ed è grave che, pur essendo a conoscenza delle problematiche, le autorità competenti non siano ancora state in grado di trovare una soluzione”.
“Si stanno vivendo ore di grande tensione, ma sono gestite al meglio dal personale in servizio di Polizia penitenziaria – aggiunge il segretario generale Donato Capece – Questa protesta è sintomatica del fatto che le tensioni e le criticità nel sistema dell’esecuzione della pena in Italia restano costanti. E che resta fondamentale dare corso a riforme davvero strutturali nel sistema penitenziario e dell’esecuzione della pena nazionale. A cominciare dall’espulsione dei detenuti stranieri, specie quelli – e sono sempre di più – che, ristretti in carceri italiani, si rendono protagonisti di eventi critici e di violenza durante la detenzione”.
Capece non risparmia critiche al capo del Dap, Giovanni Russo: “A lui, da mesi, chiediamo senza avere alcun riscontro, di intervenire con urgenza sulla gestione dei detenuti stranieri, dei malati psichiatrici, della riorganizzazione istituti, della riforma della media sicurezza”.