A Venezia 80 vince il cinema italiano con Garrone e Ramazzotti
Al cinema italiano è stato tributato un grande successo da parte dell’ultimo Festival del Cinema di Venezia, che si è concluso lo scorso sabato con la vittoria del regista greco Yorgos Lanthimos del Leone d’Oro quale Miglior film per il suo “Poor Things”.
Il cineasta, nel suo discorso di ringraziamento, ha omaggiato la protagonista Emma Stone: «Questo film racconta la storia di una creatura meravigliosa e non esisterebbe senza Emma Stone che è un’altra creatura meravigliosa. Questo film è suo, senza di lei non esisterebbe. Grazie al Festival di Venezia, che ha accettato questo film. Per realizzarlo ci sono voluti un po’ di anni e abbiamo atteso che l’industria cinematografica fosse pronta per accoglierlo. Il cast non può festeggiare ora il premio e speriamo di poterlo fare il prima possibile tutti insieme. Il mio augurio è che presto si risolva lo sciopero di Hollywood, è nell’interesse di tutti».
La giuria – presieduta da Damien Chazelle e composta da Saleh Bakri, Jane Campion, Mia Hansen-Løve, Gabriele Mainetti, Martin McDonagh, Santiago Mitre, Laura Poitras e Shu Qi – ha, poi, laureato il nostro Matteo Garrone con il Leone d’Argento alla miglior regia per “Io Capitano”, che restituisce con grande e visionaria efficacia l’incommensurabile dramma dei migranti.
«Ho voluto dare voce a chi di solito non ce l’ha», ha spiegato il regista romano, passando la parola a Kouassi Pli Adama Mamadou, l’attivista africano del Movimento migranti e rifugiati di Caserta alla cui drammatica esperienza si è ispirato. «Io sono riuscito ad arrivare in Italia ma vorrei dedicare questo premio a tutte le persone che non sono riuscite ad arrivare a Lampedusa», ha detto Mamadou. «E vorrei ricordare che quando c’è la voglia e la necessità di partire nessuno ti può fermare. E quindi vorrei che ci fosse il diritto ad avere un visto per viaggiare. Questo è lo strumento per bloccare il traffico di esseri umani».
Il film di Garrone è stato premiato anche attraverso la vittoria del Premio Marcello Mastroianni dedicato ai giovani attore emergenti da parte dell’appena diciottenne senegalese Seydou Sarr, che tra le lacrime ha confessato: «Sono contento. Non ci sono parole».
Sempre a proposito dell’Italia, “Felicità”, esordio alla regia di Micaela Ramazzotti che è stato presentato nella sezione Orizzonti Extra della Mostra, ha ricevuto il Premio degli Spettatori – Armani Beauty. «Ci ho messo l’anima per arrivare al vostro cuore, al pubblico: questo premio lo dedico a chi sta vivendo un momento difficile, nell’infelicità. L’infelicità può durare a lungo ma bisogna lottare a lungo per la felicità, cosa di cui abbiamo bisogno», ha commentato l’attrice.
Il regista romano Enrico Maria Artale si è, invece, aggiudicato il Premio per la Migliore Sceneggiatura della sezione Orizzonti, con “El Paraíso”, pellicola da lui diretta che affronta una delicata tragica relazione madre-figlio; mentre la protagonista Margarita Rosa De Francisco, attrice, cantante e presentatrice televisiva colombiana, ha ottenuto il Premio per la migliore interpretazione femminile nella stessa sezione.
In ultimo, “Una sterminata domenica” del regista Alain Parroni ha ricevuto il Premio Speciale della Giuria Orizzonti: una sezione che ha voluto riconoscere in maniera consistente l’impegno creativo del nostro cinema. Tornando al Concorso principale, la Coppa Volpi per la miglior interpretazione maschile è stata assegnata all’attore americano Peter Sarsgaard, protagonista di “Memory” di Michel Franco; per la miglior interpretazione femminile all’attrice e cantante statunitense Cailee Spaeny per “Priscilla” di Sofia Coppola.
“Il diavolo non esiste” (Aku wa sonzai shinai) del giapponese Ryusuke Hamaguchi ha vinto il Leone d’Argento – Gran Premio della Giuria, mentre il Premio per la Migliore Sceneggiatura è andato ai cileni Pablo Larraìn e Guillermo Calderòn, rispettivamente regista e sceneggiatore di “El Conde”.
“Zielona Granica” (Green Border) della regista polacca Agnieszka Holland si è aggiudicato il Premio Speciale della Giuria del Concorso: una storia corale che dipinge come un affresco la terribile condizione di un gruppo di migranti bloccati durante l’inverno al confine tra la Bielorussia e la Polonia. «Dal 2014 quando è scoppiata la crisi dei rifugiati, circa sessantamila persone sono morte cercando di raggiungere l’Europa», ha spiegato la cineasta. «E la situazione continua, le persone si nascondono nelle foreste e sono private dei diritti umani, della loro sicurezza. Alcuni sopravviveranno, alcuni no, ma non perché non abbiamo le risorse: perché non li vogliamo. Voglio dedicare questo premio agli attivisti e alle persone che stanno aiutando».
La giuria di Orizzonti presieduta dal regista Jonas Carpignano e composta da Kaouther Ben Hania, Kahlil Joseph, Jean-Paul Salomé e Tricia Truttle ha, infine, ricompensato il film ungherese “Explanation for everything” (Magyarázat mindenre) di Gábor Reisz con il Premio per il Miglior film, mentre il regista cinese Lee Hong-Chi ha ricevuto il Leone del Futuro – Premio Venezia Opera Prima Luigi De Laurentiis per “Love Is a Gun” (Ai shi yi ba qiang).