La lezione del cameriere: un viaggio tra gentilezza e umiltà
Ho gestito un ristorante per vent’anni, a Londra. L’ho posseduto e per questo ho svolto una varietà di ruoli all’interno, dalla tinteggiatura all’elettricista, dal commercialista all’intervistatore per nuove assunzioni, gestendo anche le campagne pubblicitarie e le relazioni pubbliche e, quando necessario, facendo il lavapiatti e il cameriere. Per ben venti lunghi anni.
Tra le molte cose che ho imparato, soprattutto in quest’ultimo ruolo, c’è una lezione che ho imparato bene: il mondo all’interno di questo settore si divide in due categorie, coloro che passano il piatto al cameriere e coloro che non lo fanno.
Chi passa il piatto
Coloro che ti passano il piatto sono quelli che ti notano, che si rendono conto del duro lavoro che stai facendo.
Quindi, quando hanno finito, e tu ti presenti per portare via il piatto sporco, lo sollevano e te lo consegnano, in modo che tu non debba allungarti ogni volta, magari rischiando di far cadere una posata dai piatti che hai già in mano.
Ovviamente ti dicono anche “Grazie“, come se avessi fatto loro un favore. Non solo, sono quelli che prima di entrare in un locale verificano se hanno i soldi per lasciare una mancia e poi si preoccupano del menu. Ma la mancia è fondamentale.
Il mio primo istinto, essendo arrivato dall’Italia, era di abbracciarli e ringraziarli, anche se non li abbracciavo fisicamente, li ringraziavo sempre. Soprattutto quando passavano in cucina e lasciavano qualcosa per il personale. “Dieci sterline per una bevuta alla fine della serata, ragazzi”, dicevano, rendendo tutti felici. Questo non era solo un comportamento degli inglesi, ma di chi, dopo un mese di vita a Londra, si era perfettamente integrato nell’ambiente.
Un gesto semplice
Un gesto semplice, una mancia, un sorriso, aiutare a prendere i piatti, non richiedeva sforzo, ma comunicava molto. Da allora, ho sempre rispettato coloro che passano il piatto, perché sono quasi sempre persone molto umili, che riconoscono la tua dignità e non trattano il cameriere come un servo. Sanno quanto la fortuna giochi un ruolo importante nel fatto che loro sono seduti a mangiare mentre il cameriere è lì in piedi a faticare.
Tutto questo per dire che nella mia vita a Londra ho servito a tavola a molte persone: scrittori, cantanti famosi, uomini politici, attori importanti, gente di Hollywood, a volte anche personaggi televisivi o calciatori famosi.
L’unico elemento comune tra loro era che risiedevano a Londra e avevano acquisito l’educazione e la classe tipiche della città inglese.
Da quasi un anno, a dicembre sarà un anno, vivo nuovamente in Italia e ho notato nei ristoranti e nei bar una clientela che si comporta in modo completamente differente. Diversamente, voglio dire in modo educato.
Molti di queste persone che vedo sono anche personaggi famosi, conosciuti e benestanti in città, ma la maggior parte, per quanto potenti e importanti, magari anche simpatici a volte, sono persone che non passano il piatto al cameriere e ancor meno lasciano una mancia.
Alcuni addirittura trattano male il personale. Il saluto spesso è distratto e dimenticato, e non gli scappa un “grazie” neppure se qualcuno gli apre la porta, avere discussioni personalizzate è praticamente impossibile. Sono solo “camerieri” alla fine, giusto?
L’incontro con Stanley Tucci
Uno degli ultimi giorni che ho trascorso a Londra, ho pranzato con Stanley Tucci. Non so se lo conoscete, ma è un attore italo-americano spesso associato a Meryl Streep, famoso per aver recitato in “Il Diavolo veste Prada” e per i suoi libri di cucina di successo in tutto il mondo.
Conduce anche una serie sul cibo e viaggi per CNN e BBC, con milioni di spettatori. È una persona che ha tutti i motivi per sentirsi realizzato e importante.
Stanley l’ho conosciuto servendolo al ristorante, lui mi diceva “grazie” e poi mi chiedeva di me, della mia storia e io della sua, del suo lavoro. Siamo finiti a prendere qualcosa da bere assieme o mangiare qualcosa nello stesso tavolo lontani dal mio business.
In sintesi, quello che voglio dire è che Stanley Tucci passa il piatto al cameriere.
Perché, non dimenticatelo, non si è veramente arrivati quando si hanno folle oceaniche che ti osannano o conti in banca faraonici. Tanto meno se sei un avvocato conosciuto in città o uno che ha la macchina comprata in contanti.
Si è veramente arrivati quando, ovunque tu sia giunto, sei ancora uno di quelli che passa il piatto al cameriere.