Operatori sanitari e disturbi muscoloscheletrici: uno studio
Sono stati arruolati 291 operatori, per la maggior parte infermieri (l’83,1% del campione)
Aso Al protagonista a una conferenza della University College di Dublino
ALESSANDRIA – Aso Al presente alla Conferenza internazionale dedicata alla ricerca. Organizzata dalla professoressa Fiona Timmins, direttore del corso di laurea di Infermieristica della University College di Dublino.
“Scansionare gli orizzonti, guidare il cambiamento, costruire un mondo più sano” è stato il tema della due giorni. Che ha visto l’intervento dell’infermiera Denise Gatti del Centro studi ricerca delle professioni sanitarie del Dairi. Il Dipartimento attività integrate ricerca innovazione diretto da Antonio Maconi.
C’è correlazione?
Al centro della relazione lo studio descrittivo osservazionale che il Centro Studi, diretto da Tatiana Bolgeo, ha condotto in collaborazione con la Medicina Preventiva e il Dipsa. Obiettivo, verificare l’eventuale correlazione tra i disturbi muscoloscheletrici e i fattori associati degli operatori sanitari in ambito ospedaliero.
«Uno studio è stato condotto in Italia da gennaio 2021 a giugno 2022 – ha spiegato Denise Gatti – Ha visto interessati gli operatori sanitari che lavorano nei reparti di degenza da almeno 12 mesi dall’inizio dello studio. Esclusi quelli con incapacità di movimentazione dei carichi. Sono stati arruolati 291 operatori, per la maggior parte infermieri (l’83,1% del campione). Il 64,9% era di sesso femminile, il 35,1% di sesso maschile, mentre l’età media era di 39 anni. Tra i risultati più significativi: nell’80,1% degli operatori è stato osservato un disturbo muscoloscheletrico in almeno una regione del corpo negli ultimi 12 mesi. I disturbi più frequenti sono stati quelli che hanno colpito la regione delle spalle (39,5%). Poi la regione lombare (39,2%), il collo (33,7%) e le ginocchia (33%)».
Come esposto durante il convegno, lo studio ha determinato i fattori di rischio in ambito ospedaliero. Evidenziando l’importanza di implementare misure per migliorare l’efficienza dell’organizzazione del lavoro. Come? Con interventi che si concentrino sul benessere del personale per migliorare la qualità delle cure.
L’evento è stato anche l’occasione per incontrare professori associati e ordinari di Università europee. Oltre a Fiona Timmins, che è stata la docente di un seminario di due giorni sul Writing for Publication tenutosi a inizio anno all’Aso Al. Questo, grazie all’accordo di collaborazione scientifica sottoscritto tra l’università irlandese e l’Azienda Ospedaliera di Alessandria.