Dieci consigli di lettura per la vostra estate
Dai romanzi ai saggi: i titoli per riscoprire il piacere di leggere durante le ferie
Fortunatamente non esistono letture di stagione, ma l’estate è quel periodo dell’anno in cui è possibile dedicare a se stessi un tempo più dilatato, all’interno del quale modificare i propri ritmi, ‘staccare la spina’ e pensarsi altrove.
Non è sempre facile: i costi, gli imperativi dettati dalle mode social anche e soprattutto nella narrazione delle vacanze, le ferie stringate, le mail che arrivano lo stesso, il disagio di non riuscire mai davvero a lasciarsi andare sono sensazioni che accumunano molti di noi e che caratterizzano un orizzonte emotivo complesso – influenzato dalla società nella quale corriamo veloci tutto l’anno, tutti giorni – e all’interno del quale le tanto attese vacanze ci ricordano che non basta un viaggio per allontanarsi davvero.
Vacanza può anche significare non partire e diventare sinonimo di detox dalle ansie e dalle pressioni quotidiane, un modo per riscoprire il silenzio e abbandonare tutte quelle incitazioni alla performatività che tanto influenzano il nostro tempo. A volte basta qualcosa di più semplice del previsto: un libro.
Se non andrete in vacanza, se siete già tornati o se partirete d’inverno, questi dieci libri possono rappresentare una pausa – almeno – dalla vita digitale e dalla società della performance.
Le proposte
- L’anno del fuoco segreto. Il nuovo sconcertante italico (Bompiani, 2023).Amanti dei racconti, dell’onirico, del terrifico e del new weird, questa antologia curata da Edoardo Rialti e Dario Valentini è per voi. «Volevamo essere una anomalia pulsante rispetto a ogni ortodossia, qualcosa che appena si crede di nominare, è già perduto, già altrove, ha già cambiato nome», ha dichiarato Valentini in occasione dell’uscita.All’interno c’è la vena creativa di tante firme che caratterizzano il dibattito culturale e letterario dei giorni nostri, l’anima delle riviste e dei blog online.Venti giovani autori e autrici che attraversano la scrittura, nelle sue forme più ibride, più arcane ed effimere servendosi del racconto, materia difficile da maneggiare. Di questo fuoco segreto ne conserverete le ceneri, è certo.
- Fatiche d’amore perdute (Minimumfax, 2023), Grazia Cherchi.È l’unico romanzo di questa scrittrice dimenticata, quest’anno ripubblicata da Minimumfax, che fu tra le altre cose, fondatrice dei Quaderni piacentini, giornalista per Linus, L’Unità, il manifesto e soprattutto l’editor di tantissimi autori della nostra letteratura, da Baricco, a Benni, da Deaglio a Lerner solo per citarne alcuni.La storia è semplice solo all’apparenza, un gruppo di amici che non si vedono dai tempi delle rivoluzioni del Sessantotto si ritrovano a trascorrere un weekend insieme dopo venticinque anni di scelte, amori, insuccessi, compromessi e fallimenti politici.Cosa resta di quella giovinezza piena di speranze e impegno sociale? Cherchi racconta la disillusione attraverso l’arguzia speculativa del dialogo, della frase tagliente e compone l’intelligente mosaico di un iconico spaccato italiano.
- La stiva e l’abisso(Einaudi, 1992), Michele Mari.Immaginate la più ostinata bonaccia, una gamba in cancrena, un maledetto galeone spagnolo cinquecentesco e strani pesci che conservano nella loro pancia gli occhi degli annegati.Immaginate un ammutinamento della ragione, una febbricitante ossessione linguistica e una zoofilia fantastica e onirica. È certamente un abisso senza fine, ma cosa ti salva la vita, essere Menzio o essere Torquemada? Lo scoprirete quando avrete terminato uno dei romanzi più belli di Michele Mari.Questo libro è una vertigine, un giro di chiglia volontario: non lo dimenticherete mai.
- Memorie di Adriano (Einaudi) Marguerite Yourcenar. Non c’è stagione, né della vita né dell’anno, per leggere o, nel migliore dei casi, ri-leggere questo immenso capolavoro che, nel raccontare la vita dell’imperatore Adriano, racconta il senso di un’esistenza stratificata, annodata alle conseguenze del potere. Comincia con il corpo, questo romanzo che trascende la concezione di romanzo, con un uomo malato di fronte a un medico: è l’imperatore, ma chi davvero siamo in certe circostanze? Cos’è un titolo, cos’è la tua storia, quando sei nudo, le gambe cominciano a divenire livide e gonfie e qualcuno osserva i tuoi umori, il tuo sangue. Vale da secoli. Dall’amore per Antinoo, a quello per le arti e la filosofia, sino alla ricerca ossessiva della pace (la più ambiziosa delle conquiste) e il mantenimento dei confini: quel ‘Mio caro Marco’ è l’incipit di una lettera universale.
Cultura profetica (Tlon, 2023), Federico Campagna. Tradotto per Tlon da Francesco Strocchi, sembra scritto per chi non è ancora al mondo. Un libro da riporre in qualche angolo della terra, manuale profetico e mistico per il dopo, per un oltre che non ci comprenderà, perché la modernità occidentalizzata all’interno della quale ci muoviamo sta per implodere.
- Non è la prima volta che succede, non è la prima volta che una certa maniera (metafisica e cosmologica) di narrare il mondo, muore. Tuttavia, morte è un termine improprio, perché ciò sta per finire non finisce in senso biologico, non esiste una totale non-esistenza di ciò che è stato, purché sia pensabile, in un senso tanto ontologico quanto antropologico. Nelle pieghe interstiziali delle controversie del nostro tempo il pensiero filosofico di Federico Campagna diviene coscienza critica di una realtà sociale le cui rovine del futuro non saranno una base granché solida sulla quale edificare un nuovo mondo a venire.
Secondo l’autore abitiamo una cosmologia ormai agli sgoccioli, abbiamo urbanizzato e brutalizzato porzioni di pianeta oggi interamente sofferenti e le controversie non riguardano solo la questione ambientale, ma anche la concezione di un mondo umanisticamente fondato, al quale oggi una visione nichilisticamente costruita concorre al non abbandono della gratuità del male, del razzismo, dell’esclusione sociale, delle differenze di genere.
- Donne in fuga (Il Mulino, 2017), Maria Serena Mazzi. Il Medioevo è un tempo storico affascinante, c’è tutto un immaginario legato a quel lasso di secoli, definiti erroneamente bui e che porteranno alla scoperta dell’America. Ma come si viveva davvero? E, soprattutto, come vivevano le donne, qual era la condizione di coloro che non volevano sposarsi, e nemmeno prendere i voti e finire i propri giorni in un monastero? Chi voleva essere libera, indipendente e slegata da qualsivoglia subordinazione maschile sceglieva il più tortuoso dei percorsi esistenziali.Attraverso le pagine di questo libro scoprirete le imprese di figure femminili inedite: artiste, guerriere, imprenditrici, viaggiatrici, scrittrici: donne che hanno saputo autodeterminarsi ed emanciparsi ad ogni costo.
- Proust e Céline. La mente e l’odio (Einaudi, 2022),
Valerio Magrelli. Proust e Céline, due poli opposti, due maniere totalmente diverse di incarnare la scrittura, di scolpire una storia, di rovistare nelle viscere di una pagina bianca.Dalla madeleine, alla sbobba di Bardamu nel Voyage: la loro fu una delle più feroci inimicizie letterarie ma Céline, ovviamente, ci mise del suo.L’odio, specie nella storia letteraria e umana dell’autore del Voyage, conserva una direzione estetica precisa, un lampo dal quale partire e dal quale parte lo stesso Magrelli che tratteggia con grande illuminazione un vero celebrity deathmatch. - La tecnologia è religione (Einaudi, 2023), Chiara Valerio. «La religione si interessa della salvezza dell’anima nei cieli e la tecnologia della conservazione dei dati nel cloud» scrive l’autrice. Fa sorridere ma c’è un nuovo concetto di preistoria: provate a pensare a un floppy disk.La tecnologia è uno strumento che ridefinisce anche la percezione del presente, non ce ne rendiamo conto ne quando diamo per scontato l’uso – perché sappiamo usare automaticamente una certa app, un certo programma, un’AI – quando invece le cose cominciano a diventare veloci e il nostro aggiornamento è inversamente proporzionale al loro ecco che la percezione cambia. Ci sentiamo minacciati, scomodati. Ma è solo un bias, la tecnologia è un ampliamento delle possibilità umane, anche quelle creative. L’atteggiamento di fronte al cambiamento, alle rivoluzioni tecnologiche e al rapporto con gli strumenti è qualcosa di soggettivo, dipende da noi, non dall’oggetto.
- I detective selvaggi (Adelphi), Roberto Bolaño. Roberto Bolaño moriva – troppo presto – esattamente vent’anni fa. Ci ha lasciato romanzi totalizzanti e racconti che portano all’estremo l’inventiva e il magnetismo del linguaggio. I detective selvaggi sono l’infinita ricerca di qualcosa che trascende la pura poesia e, quindi, l’esistenza terrena.Il segreto è continuare a cercare, fra il funambolico, l’allegorico e l’ingenuo, l’oggetto che non si può trovare. Trovarlo uccide l’incanto. Ma è molto più di questo: dentro c’è la struggente giovinezza, la scoperta del sesso, l’amicizia, l’ossessione poetica, i realvisceralisti, il mistero, la disillusione. Il libro che vi dispiacerà terminare.
- Le estreme conseguenze (Le Lettere, 2023), Andrea Donaera. Questa è una raccolta poetica e i testi che la compongono sono folgoranti.I versi hanno un ritmo musicale e allo stesso tempo stridono, producono suoni che ti riportano indietro, in un luogo imprecisato, che non appartiene davvero a nessuno, ma che esiste nella squisita virtù del dettaglio: c’è il rumore dei denti di qualcuno, il respiro pesante, il troppo cibo mal digerito, le feste in famiglia, l’alito di una vita claudicante.Quando scrive poesia, Andrea Donaera, cova un’estensione narrativa (e infatti l’autore scrive anche romanzi) ed come se fosse lì a demolire ogni sussiego.