Le assenze del sindaco in Consiglio e il ‘far west’ in aula a Casale
Dieci giorni fa il litigio, ora la nota dei dem
CASALE – Le premesse, risultate vane, di una seduta soporifera, giovedì 13 luglio in consiglio comunale a Casale, c’erano tutte. Un paio d’interrogazioni, una mozione e il punto sugli equilibri di bilancio e la variazione di assestamento. Proprio quest’argomento ha tuttavia scatenato un ‘triello’ degno di uno spaghetti western. Da un lato il sindaco Federico Riboldi, dall’altro prima e dopo il capogruppo Pd Luca Gioanola e nel mezzo il civico Giorgio Demezzi. In difficoltà, senza riuscire a mantenere ordine in aula, il presidente Fiorenzo Pivetta. Ad accendere il dem, che dopo aver sottolineato l’assenteismo dalle sedute del primo cittadino lo ha ripreso per aver tenuto più spesso gli occhi telefono che agli interventi dei membri del parlamentino. Riboldi ha replicato per le rime, e i toni si sono rapidamente scaldati: «Siamo a scuola? Le piace cronometrare i colleghi, un’abitudine barbara che rimarrà come una macchia nella sua breve carriera in consiglio». «Io posso dire in coscienza di esserci!» ha controreplicato Gioanola invocando le scuse. Il livello del litigio si è alzato ancora, con grida e consiglieri in piedi. Tutto finito? No, perché dopo il mea culpa di Gioanola per aver alzato la voce, senza che questo modificasse le sue accuse («Lei sindaco ci deve essere!»), Giorgio Demezzi, in dichiarazione di voto, ha usato i numeri per sganciare il ‘carico’: «In 250 delibere (di giunta) negli ultimi sei mesi il sindaco è stato presente a 96…». Le fiamme, che ghermivano, sono ritornate alte: «C’è un limite alla diffamazione, ero a Roma, a Bruxelles, ero in congedo, lavorando per la città – ha sbottato Riboldi – Trovate argomenti per contrastarci!» ha proseguito, sottolineando i risultati delle ultime due elezioni per Demezzi che, dal canto suo, non ha offerto l’altra guancia: «Non avete risposto a nulla, ma questo vi stuzzica…». Tutto finalmente finito? Nemmeno stavolta, perché quando si era già in via Mameli, oltre la mezzanotte a seduta finita, qualche battuta al vetriolo ha nuovamente coinvolto sindaco e Gioanola, altro che terzo tempo rugbistico.
Ma l’argomento era?
In tutto questo ‘circo’, il tema politico è passato in secondo piano. Eppure alcuni aggiornamenti interessanti l’assessore al bilancio Giovanni Battista Filiberti li aveva forniti: il Comune mette 60mila euro per le luminarie di Natale, verranno sistemati giochi nell’area verde Altera, si farà nuovamente la Festa del Tartufo a ottobre, ci sono 1500 posti in più per la Festa del Vino (fuori dal Mercato Pavia), a Casale Popolo verrà installato un autovelox. Demezzi aveva criticato su vari punti, quasi tutti, preoccupato in particolare della situazione dei dirigenti comunali e del personale: «Si lascia un’eredità gravosa alla prossima amministrazione».
«Mancanza di rispetto e arroganza»
A distanza di una decina di giorni, una nota del Pd di Casale commenta l’accaduto: «Abbiamo assistito piuttosto sconcertati all’atteggiamento, che non esitiamo a definire intollerante o quantomeno fuori dalle righe ed al limite dell’offesa, da parte del Sindaco Federico Riboldi».
«Alle segnalazioni e richieste di chiarimenti, la risposta è stata… l’insulto! Così non va! – proseguono i dem – Si denota non solo mancanza di rispetto per il ruolo di controllo e verifica doverosamente esercitato da ogni Consigliere e Gruppo consiliare, ma anche un certo nervosismo ed una certa arroganza non consona al ruolo. L’Aula del Consiglio Comunale di Casale Monferrato non è un’aula sorda e grigia, è il luogo dove si sono esercitati alla politica generazioni di nostri concittadini, talvolta anche con asprezza e veemenza, ma sempre con reciproco rispetto. È l’aula che ha visto protagonisti, e sempre presenti, sindaci quali Riccardo Coppo e Paolo Mascarino, che hanno saputo fare “grande” la nostra Città».