Caraffa, Relife non lascia ma raddoppia
La richiesta in Provincia
L'azienda punta a raddoppiare la produzione di sacchetti di plastica da riciclo
SILVANO D’ORBA – Le lavorazioni a pieno regime nell’impianto sono ripartite nel gennaio di quest’anno. Di quel periodo è la sentenza del Consiglio di Stato che mise la parola fine sulla vicenda aperta dal ricorso contro lo stabilimento. Nel frattempo il gruppo Relife, stabilitosi alla Caraffa nel territorio del comune di Silvano, aveva presentato in Provincia le carte per ampliare la produzione tra combustibile solido e sacchi di plastica per la spazzatura da riciclo. La settimana scorsa la stessa Provincia ha dato un primo parere positivo escludendo la procedura dalla fase di valutazione di impatto ambientale che avrebbe comportato un percorso più lungo e verifiche più accurate.
Galassia in crescita
Oggi la Relife Plastic Packaging è in grado di ricevere alla Caraffa 16 mila tonnellate all’anno di rifiuto in ingresso: la provenienza è quella di altri siti produttivi del gruppo presenti in tutto il nord ovest. Secondo quanto dice la documentazione depositata in Provincia si punta ad arrivare a 36 mila. Dal giorno del primo annuncio di insediamento nello spazio lasciato libero dal fallimento di Sapsa Bedding l’area si è di molto ampliata, di fatto andando a inglobare anche i capannoni sulla strada provinciale. L’investimento iniziale del gruppo, nel quale ha una forte partecipazione la famiglia Benfante, ammontava a 10 milioni di euro. Lo spazio acquisito nella porzione di Caraffa un tempo occupata anche da Meccanica Uno è di 14 mila metri quadrati. «È uno sviluppo finalizzato al riciclo delle plastiche da raccolta differenziata – chiarisce l’azienda – La filosofia è alla portata di tutte quelle aziende che, partendo dai loro stessi rifiuti, potranno dimostrare ai loro clienti di riportare sugli scaffali le Materie Prime Secondarie e migliorare tutte le perfomance ambientali».
Permessi e limitazioni
Il via libera emesso dalla Provincia prevede due prescrizioni: la più stringente sembrerebbe riguardare il monitoraggio delle emissioni di odori nell’area della Caraffa, una questione sollevata anche nel ricorso presentato a suo tempo dal Pastificio Moccagatta poi respinto dai giudici. Le prescrizioni sono l’ultimo lascito della battaglia andata in scena lo scorso anno tra azienda e enti e associazioni contrarie all’insediamento. L’azione fu promossa dai comuni che fanno parte dell’Unione, con l’esclusione dell’interessata Silvano, entrata in seguito a far parte dell’aggregazione, e da alcun associazioni ambientaliste dell’area.