“Quando una donna viene uccisa”. La protesta di Me.dea
Davanti alla sede del centro antivolenza. "Crescono gli accessi"
ALESSANDRIA – “Nei primi sei mesi del 2023 abbiamo avuto 133 nuovi accessi ai centri antiviolenza. L’anno scorso, a fine luglio, erano stati 99. Soprattutto, ci preoccupa l’aumento di violenza, le donne che muoiono in quanto donne“.
Mara Mayer è la responsabile progetti di Me.dea. Davanti al centro, in via Palermo, oggi una protesta, nel giorno del funerale di Michelle Maria Causo. Dentro carrelli del supermercato le volontarie hanno messo sacchi neri, proprio come quello in cui è stato ritrovato il corpo della ragazza romana, “lasciata vicino ai cassonetti dell’immondizia come se si trattasse di cibo scaduto. Questo è frutto di una cultura in cui si può uccidere e sbarazzarsi del cadavere di una donna nel momento in cui c’è un conflitto e non si riesce a gestire“.
“Lo Stato per la donna”
La manifestazione è, anche, per chiedere, come è stato sottolineato negli interventi, “l’applicazione della Convenzione di Istanbul: ratificata dallo Stato italiano, con impegni per contrastare la violenza maschile sulle donne, che ancora latitano”.