Caso Ginepro, ieri un’altra assemblea pubblica, ma senza l’avvocato
Tanti presenti al Salone Tartara. Le preoccupazioni permangono
CASALE – Sono passati oltre tre mesi dallo scoppio del cosiddetto ‘Caso Ginepro‘ a Casale. Il salone Tartara era comunque gremito ieri sera, in occasione della riunione organizzata dall’amministrazione su richiesta di alcuni condomìni. Un segno che, evidentemente, nonostante la luce dei riflettori sull’argomento, almeno dal punto di vista mediatico, si sia attenuata, così non è per le preoccupazioni dei monferrini.
All’incontro, cui erano presenti la gran parte degli esponenti dell’amministrazione, con in testa il sindaco Federico Riboldi e il vice Emanuele Capra, il presidente di Amc Fabrizio Amatelli e quello di Am+ Massimo Zemide, era atteso anche l’avvocato Maria Grazia Strambi Ferrini, legale dello studio Ginepro.
Un’attesa vana, comunicata qualche ora prima direttamente a Palazzo San Giorgio: «Si è resa disponibile solo a riunioni private, niente assemblee pubbliche» ha introdotto il primo cittadino, incontrando il primo mormorio della platea. «Non confondiamo l’avvocato di Ginepro con il legale, la scelta di non essere qui non è dell’avvocato» ha provato a chiarire più tardi Capra.
Nel corso della serata, un’ora e mezza di interventi, dagli organizzatori e dal pubblico, sono emerse ben poche novità: il tema dell’assenza di una rappresentanza dello studio di amministrazione condominiale Ginepro è tornato più volte: avrebbe potuto forse risolvere alcuni dubbi come un deus ex machina? Difficile a dirsi, ma forse qualche matassa avrebbe potuto dipanarla, o forse avrebbe solamente esacerbato ulteriormente gli animi di chi, dopo aver pagato, dovrà farlo ancora per le stesse bollette.
I condomini presenti hanno manifestato il loro smarrimento: «Nessuno si fa vivo, siamo completamente all’oscuro» ha spiegato uno di loro, mentre un altro ha segnalato i problemi, da affittuario, a interloquire con le società del gruppo Amc, esprimendo perplessità sullo strumento dello sportello. È emerso che tre stabili gestiti dalla Ginepro non hanno ancora scelto un nuovo amministratore. Chi invece è stato scelto da molti è Nicola Castelletti: «Alcuni sono ancora in fase di rendicontazione, negli altri sono emerse problematiche di mala gestio ma anche ammanchi veri e propri».
Talvolta i toni si sono alzati ma, sostanzialmente, il clima è stato, pur di preoccupazione, disteso, senza motivi di apprensione da parte delle forze dell’ordine presenti al Tartara. Tra i più attivi Massimo De Bernardi, di Oltreponte: «Se Ginepro paga noi paghiamo, ma se non li abbiamo… È emerso che dal conto del nostro condominio abbia pagato cose di un altro stabile, e viceversa» ha detto relazionato in sala chiedendo che sia il gruppo Amc, d’ora in avanti, a verificare la provenienza dei versamenti, controllandone la corrispondenza. «Cosa faceva con i nostri soldi? I palazzi sono disastrati» ha esclamato preoccupata una signora.
L’apertura agli incontri ‘mediati’ dal Comune
Riboldi ha aperto alle varie possibilità di rateizzazione, rimodulabile per i debiti nei confronti del gruppo Amc in varie possibilità, per incontrare i casi più critici, intanto altri hanno espresso paure e dubbi sull’ammontare del patrimonio dei Ginepro, e sulla loro reale solvibilità, anche parziale.
Come ci si è lasciati? Con un’apertura, da parte dell’amministrazione comunale, a fare da tramite, in incontri, anche sul ‘campo neutro’ del Comune, tra i nuovi amministratori e i rappresentanti dello studio Ginepro, per risolvere i dubbi. «Non ci si dimentichi che i soldi sono stati ‘ciulati’ anche al Comune, siamo parti lese tanto quanto voi!» ha commentato Capra.