Terme: Act chiede commissione d’inchiesta sulla cessione delle quote
Antonucci: "Chiarezza su un’operazione che ha messo in ginocchio l’economia di un vasto territorio"
"Questo episodio certifica che sotto la cessione delle Terme c'è qualcosa di losco che qualcuno vuole insabbiare"
ACQUI TERME – Una lettera minatoria recapitata agli uffici di Act Consumatori destinata direttamente al presidente Massimo Antonucci. Un episodio inquietante che giunge a poche settimane dalla richiesta da parte di Act dell’istituzione di una commissione regionale in merito alla cessione delle Terme da parte della Regione.
«L’agire di Act Consumatori – si legge nel comunicato diramato da Antonucci – è stato sempre improntato alla trasparenza, la stessa che l’associazione ha preteso negli ambiti, pubblici e privati, nei quali è intervenuta a sostegno delle persone. E per questo non possiamo esimerci dal portare a conoscenza l’opinione pubblica di quanto accaduto mercoledì 14 giugno: una lettera minatoria è stata recapitata agli uffici dell’associazione di Acqui Terme e diretta a me, personalmente, quale presidente di Act Consumatori. Nella missiva mi si invita a desistere dalle iniziative dirette a fare chiarezza sulla cessione delle Terme di Acqui: “Lei sta andando troppo avanti! Si dia una regolata e stia in campana”, intima. Questa triste circostanza manifesta due riflessi: da una parte conferma i sospetti, cresciuti in due anni di indagini ed approfondimenti, che sotto l’affare Terme ci sia qualcosa di losco (che evidentemente qualcuno non vuole esca fuori). In secondo luogo che si rende ancora più necessaria una presa di posizione da parte della politica”.
“Nelle scorse settimane – continua il presidente di Act – abbiamo rivolto un appello alle personalità politiche nazionali, regionali e locali che in campagna elettorale (e non) avevano gridato allo scandalo per la svendita delle quote regionali di Terme di Acqui spa. Li abbiamo invitati ad esercitare, o esortare chi di competenza affinché venga esercitato, il potere statuito dall’art. 31 dello Statuto della Regione Piemonte e costituita una commissione d’inchiesta che faccia luce sulla vendita che ha ipotecato il futuro di una comunità». Una richiesta ampiamente diffusa a mezzo stampa: “Qualcuno – prosegue Massimo Antonucci – si è sentito in pericolo ed è passato alle vie di fatto, alle minacce nella speranza di fermare l’incedere di Act Consumatori e dei 2631 sottoscrittori della petizione rivolta alla Regione per la tutela del Diritto alla Salute e la restituzione della dignità agli abitanti di Acqui Terme. Mi dispiace deludere questi “signori”, ma ciò non avverrà: Act Consumatori non verrà meno al suo impegno”.
L’associazione dei consumatori nei giorni scorsi ha presentato denuncia alle forze dell’ordine, “che stanno effettuando sulla lettera minatoria tutti gli accertamenti del caso. Confidiamo nell’Autorità Giudiziaria e siamo certi che certe condotte mafiose non resteranno impunite”.
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