Omicidio Campagnola: rinvio a giudizio per Pereira da Costa e la compagna
Per entrambi l'accusa è di omicidio aggravato dai futili motivi
Il 4 luglio inizia l'esame dei testimoni del brutale episodio costato la vita all'imprenditore monferrino
MARECHAL DEODORO (BRASILE) – È stata negata dal tribunale per la libertà la concessione della libertà per José Pereira da Costa, l’uomo che a inizio dello scorso mese di gennaio ha sparato e ucciso l’imprenditore monferrino Fabio Campagnola a Praia do Frances, a Marechal Deodoro, Alagoas.
La richiesta, avanzata dalla difesa dell’uomo era stata argomentata con motivazioni di carattere medico, ritenute tuttavia non così gravi. Il rigetto è legato al fatto che la patologia della quale Pereira da Costa soffre non sarebbe tale da pregiudicarne la vita. La compagna, Karla Cavalcanti, continua invece a essere libera, soggetta all’ordine di non avvicinarsi ai luoghi del fatto. «Si sta tuttavia lavorando per contestarle l’omissione di soccorso, perchè il fatto che lei sia liberà è un’ingiustizia – spiega Claudio Falleti, dello Studio Legale Internazionale Falleti & Partners, legale italiano della famiglia del casalese Fabio Campagnola, in stretto contatto con gli avvocati brasiliani – Il 4 luglio si inizieranno a sentire i testimoni, il processo va avanti. La famiglia si aspetta la vicinanza delle nostre istituzioni italiane, la forza di uno stato si sente anche così».
Omicidio Campagnola: rinvio a giudizio per Pereira da Costa e la compagna
Per entrambi l'accusa è di omicidio aggravato dai futili motivi
Mentre in Italia gli amici di Fabio continuano a raccogliere fondi per sostenere le spese processuali, commentano gli ultimi sviluppi i famigliari del monferrino: «Noi come famiglia possiamo solo dire che prima di tutto siamo in mano agli avvocati. Abbiamo chiesto un parere medico per valutare la sua situazione di salute (di Pereira da Costa nda) e il medico ha dichiarato che non ha un tumore come vuol far credere lui ma è solo una strategia per avere gli arresti domiciliari. Speriamo che la giustizia sia fatta nel modo giusto e confidiamo ancora nell’Italia che è inesistente per noi in questo momento, con nessun tipo di interessamento. Speriamo nella giustizia brasiliana che avendo davanti agli occhi un omicidio faccia il corso giusto senza sconti di pena solo perché (sempre Pereira da Costa) era un poliziotto. Rimane comunque un assassino».
Fabio Campagnola era stato ucciso il 3 gennaio tra i tavolini della sua gelateria a Praia do Francês; a seguito di un alterco con Pereira da Costa, quest’ultimo aveva estratto una pistola esplodendo due colpi a bruciapelo, prima di darsi alla fuga.
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Nei suoi confronti il tribunale ha disposto misure cautelari
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