Il Santo di oggi, 8 giugno, è San Medardo
Oggi, 8 giugno, la Chiesa celebra San Medardo
Il Santo di oggi, 8 giugno, è San Medardo, ma si festeggia anche Sant’Eutropio di Valencia.
San Medardo
Vescovo e patrono di Arcevia, patrono dei fabbricanti e commercianti di ombrelli
Nasce a Vermandois (Francia) nel 470 circa da una famiglia di nobili origini. Fin dalla prima giovinezza dimostra un’indole ottima e una grande inclinazione alla pietà e alla virtù. Intraprende presto la strada del sacerdozio e diventa successivamente vescovo della città di Noyon (cittadina della Piccardia, in Francia settentrionale). Il vescovato dura circa quindici anni.
Contribuisce all’evangelizzazione della Francia, opera che viene tutta affidata all’apostolato dei vescovi successivamente alla conversione del re dei Franchi Clodoveo.
E’ uno dei vescovi più popolari dei suoi tempi e alla sua vita sono legate numerose leggende. Una di queste narra che da piccolo un’aquila lo proteggeva dalla pioggia dispiegando su di lui le proprie ali.
Muore l’8 giugno in tarda età a Noyon in Francia.
Medardo è santo patrono di Arcevia (AN). In questa città esiste l’unica raffigurazione italiana del santo, compresa in un polittico di Luca Signorelli, detto il Polittico di San Medardo. Sempre nello stesso luogo, una delle famiglie nobili usa il nome Medardo per tradizione.
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Sant’Eutropio di Valencia
Vescovo
Sant’Eutropio fu un vescovo di Valencia vissuto tra i secoli VI e VII, noto per il suo ruolo nel Concilio di Toledo e per la sua difesa della vita religiosa.
Discepolo di San Donato, fondatore del monastero Servitano di Valencia, Eutropio gli succedette come abate. Partecipò al terzo Concilio di Toledo nel 589, dove fu autore, insieme a San Leandro di Siviglia, dei 23 canoni disciplinari approvati. Divenne vescovo di Valencia dopo il 589 e resse la diocesi fino al 610 circa.
Due lettere di Eutropio, indirizzate al vescovo Pietro di Arcavica, sono giunte fino a noi. Nella prima, “De discrictione monachorum et ruina monasteriorum”, si difende dalle accuse di alcuni monaci espulsi dalla comunità, riaffermando l’importanza della regola e della disciplina. Nella seconda, “De octo vitiis”, tratta dei peccati capitali.
Eutropio è ricordato come “difensore della vita religiosa” per la sua fermezza nel mantenere l’ordine e la disciplina monastica.