Eternit Bis: il commento degli avvocati Gatti e D’Amico sulle repliche
NOVARA - Oggi in Corte d’Assise a Novara la sentenza per Stephan Schmidheiny, accusato al processo Eternit Bis di omicidio…
La sentenza della Corte d'Assise di Novara dopo oltre sei ore di Camera di Consiglio
NOVARA – ORE 19.02 – Stephan Schmidheiny condannato a 12 anni.
ORE 18.46 – La Corte d’Assise di Novara rientra in aula dopo oltre sei ore di Camera di Consiglio. Il presidente Gianfranco Pezone inizia la lettura della sentenza.
ORE 14 – Il commento degli avvocati di parte civile Esther Gatti e Laura D’Amico sulle repliche di questa mattina.
Eternit Bis: il commento degli avvocati Gatti e D’Amico sulle repliche
NOVARA - Oggi in Corte d’Assise a Novara la sentenza per Stephan Schmidheiny, accusato al processo Eternit Bis di omicidio…
ORE 11.14 – Si chiude il dibattimento. Il presidente della Corte Gianfranco Pezone: «Non sarà una Camera di Consiglio brevissima, ci aggiorneremo presumibilmente nel tardo pomeriggio».
ORE 11.07 – Interviene il difensore Guido Carlo Alleva: «Mi limito a fare un’osservazione – commenta, rivolto alla Corte d’Assise – Secondo il Pm il protrarsi delle esposizioni accorcerebbero la latenza. La risposta è no perché se noi andiamo ad analizzare la latenza convenzionale tra i nostri lavoratori ci rendiamo conto che paradossalmente le latenze invece che decrescere con la crescita delle esposizioni presentano una distribuzione del tutto casuale. Siamo consapevoli della drammaticità di questa vicenda dal punto di vista umano. Ma torniamo alle conclusioni che abbiamo rassegnato con la fiducia nella vostra giustizia».
ORE 11 – Le repliche della difesa. Introduce l’avvocato Astolfo Di Amato.
ORE 10.45 – Il commento del sindaco di Casale e presidente del Comitato strategico Amianto Federico Riboldi.
ORE 10.34 – Prendono la parola gli avvocati di parte civile. Il primo a parlare è Maurizio Riverditi (Cgil), che si allinea con quanto affermato pochi minuti prima dal Pm Colace «Schmidheiny si è confrontato con il dubbio e nonostante questo ha agito. E se il dato normativo era in ritardo, anche i fatti sono limitati? Se mi cimento a produrre nuove sostante stupefacenti sintetiche e causo delle vittime, non rispondo di quelle eventuali morti?». Interviene anche l’avvocato Esther Gatti: in questa sede rappresenta il Comune di Casale insieme a molti altri del territorio. Concludono gli avvocati Laura Mara per Medicina Democratica e Laura D’Amico (Afeva) associandosi alle conclusioni dei Pm.
ORE 10.25 – Segue il Pm Gianfranco Colace che si focalizza sul tema dell’elemento soggettivo, facendo riferimento anche alla questione del dolo eventuale con fine a scopo di lucro. «Immaginiamo che tutti i giorni per 10 anni uno passasse col rosso e investisse qualcuno. Rimangono tutti in prognosi riservata: qualcuno si salva, qualcuno muore. Non sappiamo quanti saranno ma se per 10 anni tutti i giorni ci mettiamo in una situazione illecita, lo accettiamo o non lo accettiamo questo evento? Accettiamo che qualcuno, uno, due, 392 persone possano morire alla fine? Credo che lo si accetti. In questa situazione Stephan Schmidheiny ha agito nel dubbio che accadessero numero x di eventi dannosi per la salute, nella speranza che ciò non accadesse. Non è possibile affermare quindi che Schmidheiny ha agito nella certezza che non si verificassero delle morti. Quello che c’è è una spregiudicata accettazione in termini di offesa alla salute. Si è determinato comunque ad agire anche a costo di causare l’elemento lesivo. Lo sapeva e ha deciso di andare avanti ugualmente».
ORE 9.47 – La Pm Maria Giovanna Compare interviene con le repliche dell’accusa, presentate già per iscritto nelle scorse settimane. Ha parlato della certezza dei casi di mesotelioma a processo: «Ce l’abbiamo perché in ogni singolo caso siamo riusciti a escludere una patologia alternativa». Inoltre è ritornata sul tema del nesso di causa: «La difesa ha chiesto ‘Se eliminiamo la condotta di Schmidheiny, l’evento si sarebbe verificato lo stesso?’ Ma questa teoria non viene accolta nel nostro sistema. Se A e B sparano a C in base a questa teoria entrambi andrebbero assolti perché C morirebbe lo stesso se eliminiamo la condotta di A perché sparerebbe comunque B. Significherebbe utilizzare delle leggi che non sono leggi scientifiche». L’arringa è stata seguita da un breve applauso dalla platea, immediatamente interrotto dal presidente della Corte d’Assise Gianfranco Pezone.
ORE 9.30 – Inizia l’udienza. Tra l’uditorio anche il sindaco di Casale Federico Riboldi.
ORE 9.20 – Oggi l’aula è gremita. Il Pm Gianfranco Colace già in prima fila, in attesa dell’inizio dell’udienza. Mancano ancora alcuni membri della Corte. L’imputato Stephan Schmidheiny non è presente in aula.
ORE 8.30 – I vertici di Afeva arrivano a Novara. Sono partiti da Casale alle 7.30 circa 30 persone a bordo del pullman organizzato dall’associazione. Presente anche delegazioni francesi, spagnole, americane e svizzere. Le parole di Assunta Prato, vedova di Paolo Ferraris, alla partenza.
ORE 8.01 – Poco meno di due anni fa, a Novara, si tornava a parlare di amianto in un tribunale (o meglio, in uno spazio nell’ex caserma Perrone): il 9 giugno 2021 si tenne la prima udienza – a porte chiuse – del processo Eternit Bis.
Oggi si conclude questo primo capitolo: in Corte d’Assise, nello stesso posto in cui tutto è iniziato, verrà pronunciata la sentenza per Stephan Schmidheiny, accusato di omicidio volontario con dolo eventuale di 392 vittime dell’amianto casalese.