Alessandria e i rifiuti: cosa va e cosa no
Tour negli impianti di smaltimento e recupero, dove si monetizza con la spazzatura. Differenziata: gravi carenze
ALESSANDRIA – Alessandria ha una differenziata al 43%, dovrebbe arrivare almeno al 60%, nella speranza di avvicinare altri comuni che sfiorano il 75%. Un aiuto potrebbe arrivare dalla futura “smart city”, ovvero la città intelligente. Ma, anzitutto, intelligente – per dirla con il sindaco Giorgio Abonante – dovrebbe esserlo chi smaltisce e continua a farlo male.
Basta dare un’occhiata a quello che viene conferito all’Amag, in viale Michel, dove stamani è cominciato il tour con i giornalisti, alla “scoperta” del ciclo dei rifiuti. Il viaggio ha toccato anche gli impianti di Relife a Rivalta Scrivia, in cui vengono stoccate plastiche e carta (poi rivendute per il riutilizzo), e l’impianto di Castelceriolo, dove vengono conferiti soprattutto l’indifferenziato e l’umido.
Bollette meno care?
La sintesi è: meglio si smaltisce, più si recupera (alla Relife lo hanno dimostrato con impianti all’avanguardia, ma anche con selezione manuale della spazzatura), più si guadagna. O, almeno, più si risparmia, se vogliamo vederla ragionando di bollette. A guidarci nel tour, che vi racconteremo nei dettagli sul ‘Piccolo’ di venerdì, sono stati Alberto Nuzzo, uno dei responsabili di Amag, Enzo Scalia, direttore di Relife e Marco Rivolta, direttore di Aral. In apertura e in conclusioni i saluti del sindaco Giorgio Abonante, del presidente del Gruppo Amag, Claudio Perissinotto, e di Emanuele Rava, amministratore delegato del Gruppo Amag, fresco di nomina.