Luci soffuse e massaggi hard in due centri: due condanne e una assoluzione
Nei guai finirono tre donne di origine cinese. La sentenza emessa questa mattina
NOVI LIGURE – Dietro al paravento di due centri massaggio venivano praticate ai clienti «prestazioni sessuali dietro pagamento di un corrispettivo di circa venti euro». Il processo di primo grado si è concluso questa mattina, e delle tre persone finite nei guai due sono state condannate, una assolta.
Davanti al Collegio erano finite Aiping Wang (60 anni), Xuemei Wu (48 anni) e Yongjuan Xiang (58 anni), tutte domiciliate a Novi Ligure.
La Wang è stata condannata a 4 anni e 6 mesi, Xiang a 4 anni e 2 mesi, mentre la Wu, difesa dagli avvocati Giuseppe Lanzavecchia e Davide Daghino, è stata assolta per non aver commesso il fatto.
Nel mirino delle Fiamme Gialle
Due i centri di Novi finiti nel mirino delle Fiamme Gialle: “Tokio Centro Spa” di corso Marenco e “Oriente Centro Massaggi” di viale della Rimembranza. Per gli investigatori, la Xiang e la Wu “dirigevano e controllavano una casa di prostituzione, gestendo l’omonima ditta individuale formalmente deputata a offrire servizi degli istituti di bellezza, dove invece venivano praticate ai clienti prestazioni sessuali».
Il dibattimento
Erano stati citati una quarantina di testimoni, si trattava principalmente dei clienti (del Novese, Acquese, Gaviese e di Pozzolo) che frequentarono i centri. Durante il dibattimento ne furono sentiti molti meno. Dovettero spiegare cosa accadeva dietro ai paraventi di quei centri massaggio. E per i testi-clienti, raccontarlo davanti al Collegio giudicante e al pubblico ministero non fu facile. Esitazioni nelle risposte e voce imbarazzata richiesero un grande lavoro della pubblica accusa e del presidente del Collegio per riuscire a far emergere ciò che si verificava durante gli incontri, dopo che tutti, inizialmente, parlarono solo di massaggi.
Il tariffario
I sei testi, sui dieci convocati, raccontarono sostanzialmente la stessa cosa. C’era un tariffario per i massaggi che
comprendeva diverse tipologie di attività, ad esempio solo «spalle o corpo intero». Una volta sdraiati sul lettino, però, iniziava la manipolazione che, a un certo punto, diventava spinta.
Il cambio di situazione era diverso a seconda dei racconti: alcuni spiegarono che veniva proposto un massaggio più intimo, altri di frasi meno dirette, visto che l’operatrice iniziava a toccare le parti ‘sensibili ’, rendendo poi difficile interrompere la prestazione. Il massaggio, a quel punto, si trasformava in masturbazione. Si puntò l’attenzione su cosa succedeva, ma per la difesa i responsabili di quegli atti sono persone estranee agli imputati. Tutti, infatti, affermarono di non poter sostenere chi gestisse i centri e, addirittura, chi eseguisse i massaggi, visto che l’ambiente era avvolto da luci soffuse e penombra. Alcuni hanno parlato di sovrapprezzo per le prestazioni hard, altri lo hanno negato.