Alessandria, in Consiglio la ‘protesta garbata’: «Ora vogliamo l’indagine epidemiologica»
La gente vuole sapere se esiste una correlazione tra alcune patologie e l’inquinamento. Fiori con i nomi delle vittime e un minuto di silenzio in aula
ALESSANDRIA – Gerbere rosse, arancioni e gialle, un nome e una richiesta: concludere l’indagine epidemiologica in Fraschetta. Giovedì 18 maggio erano in ogni postazione del Consiglio comunale, in ricordo di chi si è ammalato ed è morto nelle zone del disastro innominato (ambientale). L’iniziativa è di alcuni firmatari della mozione popolare di deliberazione, e a inizio Consiglio il vicepresidente Irene Molina ha chiesto un minuto di silenzio.
Malattie e morti, numeri allarmanti
Se l’indagine epidemiologica voluta dall’ex assessore all’Ambiente Claudio Lombardi ha snocciolato numeri allarmanti, quelli di ieri erano invece i nomi di persone che hanno vissuto in Fraschetta e che ora non ci sono più. Sono i morti di tumore, quella diagnosi infausta che non lascia scampo e fa paura.
Per alcuni casi, i medici lo lasciano intendere quale può essere la causa. L’inquinamento? Lo dicono sottobanco ai parenti, sottovoce per non rendere evidente ciò che scatenerebbe il caos. Sulle cartelle cliniche non c’è nulla che faccia un riferimento specifico.
E quindi? Niente, solo poche parole in uno studio a porte chiuse, per non far sentire quello che tutti sospettano. Allora ci vuole uno studio che chiarisca: serve la conclusione dell’indagine epidemiologica. Lo dicono anche quei fiori.
Alcuni firmatari della proposta popolare di deliberazione li hanno fatti consegnare a tutti, consiglieri e Giunta.
Con una richiesta che tocca l’anima: «Vogliamo che il Comune concluda l’indagine epidemiologica per loro (le vittime), per noi e per i nostri figli».
Dopo la discussione, l’impegno del sindaco
Il vice presidente Molina, in apertura dei lavori, ha chiesto un minuto di silenzio. Primo punto all’ordine del giorno proprio la proposta popolare inerente l’inquinamento, trasformata in un ordine del giorno e un atto di indirizzo.
Con un colpo di scena dell’ultimo minuto: Emanuele Locci (FdI), vista la proposta leggermente modificata rispetto al lavoro della Commissione Ambiente degli scorsi mesi, ha chiesto con un emendamento di votare un atto in cui la Giunta si impegna a mettere in atto ciò che gli compete. Verso le 20 il Consiglio ne ha approvato uno che impegna la Giunta compatibilmente alle proprie possibilità, quindi si è proceduto con l’atto di indirizzo e l’ordine del giorno: concordato all’unanimità.
Il sindaco Abonante, dal canto suo, si è impegnato sulla realizzazione dell’Osservatorio ambientale della Fraschetta e sulla terza fase dell’indagine epidemiologica.
Un’azione commovente
È evidente che di fronte ai ritardi degli amministratori pubblici locali – che lanciano la palla oltre l’ostacolo verso i colleghi regionali, silenti anche loro – l’azione, pacifica e commovente, arriva dalla gente. Da trecento persone che hanno firmato una serie di richieste, tra cui la conclusione di un’indagine epidemiologia (risultati allarmanti furono resi noti a fine 2019) e il biomonitoraggio.
Per due volte l’argomento è stato rinviato, giovedì scorso, invece, si è arrivati – finalmente – alla discussione. La terza fase permetterà di capire se c’è – o meno – un nesso causale tra gli inquinanti presenti in Fraschetta da decenni e alcuni tipi di gravi patologie. Perché si tentenna così da tanto tempo? Si ha forse paura della risposta dello studio?