Cirio: "Sì al nuovo ospedale di Alessandria. Ma grande attenzione alla Sanità territoriale"
Il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, è stato ospite questo pomeriggio ad Alessandria di un convegno sulla Sanità organizzato…
Questa mattina doppia Commissione a Palazzo Rosso. I documenti del Comune e dell'assessore alla Sanità della Giunta Cirio, Icardi
No della Regione Piemonte alla proposta del Comune di Alessandria sull’area di Alessandria 2000 come sito per il nuovo ospedale: con un documento firmato dall’assessore alla Sanità, Luigi Genesio Icardi, l’Amministrazione di Palazzo Lascaris comunica che “si è provveduto, preliminarmente e in analogia a quanto già fatto sulle altre aree (aeroporto e Villaggio Borsalino, ndr), a richiedere delle prime valutazioni di compatibilità idrogeologica al Settore Difesa del Suolo Regionale”.
A questo punto, come detto dal sindaco Giorgio Abonante questa mattina a Palazzo Rosso nel corso di una Commissione congiunte Sviluppo del Territorio e Politiche sanitarie, sarà il Consiglio comunale a individuare l’area e a fare la sua proposta ufficiale alla Regione.
Cirio: "Sì al nuovo ospedale di Alessandria. Ma grande attenzione alla Sanità territoriale"
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Ma facciamo un passo indietro: è il 24 aprile quando Abonante scrive al governatore Alberto Cirio sottolineando che “a seguito di attenta valutazione dei disposti normativi di riferimento, nonché di altre valutazioni di carattere più prettamente tecnico in riferimento all’area proposta in zona Galimberti, che hanno appalesato delle
oggettive criticità (sia rispetto alle norme sia rispetto alla fisicità del luogo), si è – sulla scorta delle stesse valutazioni normative/tecniche – individuato un’area alternativa sita in zona Europista (cosiddetta area Pam), che presenta a nostro avviso migliori caratteristiche fisiche e geomorfologiche, minor impatto ambientale, minori costi di attivazione [sia per interventi infrastrutturali che per adempimento normativi”.
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Il primo cittadino invita dunque “a voler prendere in considerazione, con i tuoi collaboratori, la nuova localizzazione proposta che ti ricordo (come già segnalato in altra sede) rientra in un ambito territoriale strategico per lo sviluppo della città di Alessandria nella sua parte Sud-Ovest, ove è prevista la realizzazione del secondo ponte sul fiume Bormida e altri importanti interventi propedeutici alla risoluzione del ‘nodo idraulico del fiume Bormida’, appunto con la messa in sicurezza di quella parte di città. In linea generale ci poniamo in modo costruttivo nei confronti della proposta che avete avanzato, esponendo gli aspetti critici e delineando concretamente una possibile alternativa, che è a nostro giudizio molto interessante per le tante ragioni qui espresse. A quanto sopra descritto, aggiungo che l’area in questione potrebbe inoltre beneficiare dell’estrema vicinanza
della centrale del teleriscaldamento già attiva. Ti propongo di fare un sopralluogo congiunto su entrambe le aree per verificare anche in sito l’effettiva valenza dell’una rispetto all’altra. L’obiettivo comune è arrivare velocemente alla costruzione del necessario nuovo Ospedale e definire in modo chiaro il destino della vecchia struttura”.
Qui sopra, le tre aree in discussione: 1) Aeroporto 2) Villaggio Borsalino 3) Area Pam – Alessandria 2000
Di altro avviso, però, la Regione Piemonte: “Dalle prime valutazioni – si legge nel documento di risposta – emerge che l’area suddetta ricade nella fascia C del Pai a tergo di un limite di progetto della fascia B ed è interessata da inondazioni per lo scenario di riferimento (portata con Tr 200 anni), definito mediante modellazione idraulica effettuata dall’Università di Padova che prevede, per tale scenario, altezze d’acqua comprese tra 2.5 e 3 metri. Dalla relazione si evince, altresì, che l’area in questione è stata in passato ripetutamente interessata da eventi alluvionali nel 1977, 1994, 2011 e 2019 sia a causa di esondazioni del torrente Bormida che del torrente Orba, nonché per effetto di fenomeni idraulici sul reticolo idrico secondario. Ciò premesso, li quadro prospettato dalla relazione tecnica appare non compatibile con la realizzazione di un nuovo ospedale, anche in considerazione dell’elevato livello strategico che questo dovrà rivestire in termini di gestione delle emergenze, trattandosi di un Dea di 2° livello”.
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Non solo: secondo la Regione, infatti, “occorre tenere in debita considerazione la manifestata contrarietà dell’Università del Piemonte Orientale, che ritiene imprescindibile la vicinanza dell’Ospedale al Campus Universitario, nonché dell’Azienda medesima, per la quale è fondamentale la prossimità con l’ospedale infantile. Tutto ciò premesso, si invita l’Amministrazione a procedere celermente all’individuazione dell’area, al fine di rispettare li cronoprogramma comunicato da Inail, che prevede la trasmissione del progetto di fattibilità tecnica ed economica dell’ospedale entro il mese di giugno 2024“.
Nel corso di una Commissione congiunta questa mattina a Palazzo Rosso, secondo il dirigente Robotti “non trovandosi all’interno di una Conferenza dei Servizi il Comune ha una sua autonomia nel proporre un’area adeguata al progetto”.
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E, sui rischi idrogeologici riguardanti l’area Pam (Alessandria 2000), “la minimizzazione del rischio Alessandria l’avrà solo quando le nuove opere di difesa spondali saranno fatte. Abbiamo peraltro chiesto alla Regione una carta con i battenti, ovvero dove arriva l’acqua, ma quella ricevuta appare parziale e non verificata, perché non approvata. Quindi, mi piacerebbe sapere come hanno fatto a dire che si arriverebbe in quella zona a 2,5 metri d’acqua… Rischi, però, che si avrebbero senza realizzare le opere: ma chiudendo i fornici, si azzererebbero. E allora… Entrambe le aree – Villaggio Europa e Pam, sarebbero alla fine consoni, ma al rione EuroPista ci sarebbero sicuramente minori criticità anche a livello di viabilità, perché già esistente, mentre altrove occorrerebbero interventi per milioni di euro”.
Con una nota: Giovanni Barosini (Azione) ha ricordato che il Consiglio già si espresse anni fa sul tema, votando a favore dell’area del quartiere Cristo. “E cosa è cambiato oggi?”, domanda rivolto sia al dirigente Robotti che ai colleghi allora presenti. “Perché non partire proprio da lì?”.