Hotel Londra: in aula la ricostruzione dell'omicidio
Tra i testimoni anche la fidanzata dell'imputato
Per l’accusa non fu un delitto d’impeto. La difesa: l’imputato va assolto e curato in una Rems
ALESSANDRIA – Omicidio Hotel Londra: a un anno dalla tragedia, il pubblico ministero Andrea Trucano, al termine di 40 minuti di requisitoria, ha chiesto per l’imputato 21 anni di carcere, lo ha ritenuto pericoloso socialmente e domandato tre anni di casa di cura al termine del periodo di reclusione.
Non crede alle dichiarazioni rese spontaneamente dall’imputato Giuseppe Aiello Proietto (sostenuta la seminfermità), con le quali ha confermato le proprie responsabilità dopo aver chiesto scusa per aver creato tanto dolore, sottolineando di non essere mai stato una persona violenta e che quanto accaduto non era sua volontà: “Se fossi stato bene non sarebbe mai accaduta una cosa del genere. Ero in stato confusionale, ho avuto un vero e proprio cortocircuito”.
Hotel Londra: in aula la ricostruzione dell'omicidio
Tra i testimoni anche la fidanzata dell'imputato
Non la pensa in questo modo l’accusa che, ripercorrendo le varie fasi dell’omicidio, ha sostenuto come la notte del 9 maggio 2022, all’hotel Londra, Aiello Proietto non abbia agito in preda a un raptus, ma con una serie di azioni prolungate nel tempo e per futili motivi. Colpi inferti ad Alberto Faravelli prima con la statuina Masai e poi, quando ormai era a terra, con tremende percosse (risultate mortali) con un vaso in ceramica.
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Per la difesa, affidata all’avvocato Luca Tommaso Calabrò, Aiello Proietto deve essere assolto perché totalmente incapace di intendere e volere al momento del fatto – ‘deve essere curato in una Rems; in subordine il minimo della pena e la sua riduzione in virtù della scelta del rito abbreviato (possibile nel momento in cui dovessero cadere i futili motivi), oppure, ancora, il minimo della pena e le attenuanti generiche.
Si torna in aula il 19 giugno.