“Tra gli effetti personali del mio adorato Lorenzo non c’è la sua collana”
La sorella di Lorenzo Vancheri, il 21enne morto nello schianto, ha sporto denuncia
La Procura ha chiuso l’inchiesta. Marouan Naimi è accusato di omicidio stradale
ALESSANDRIA – L’11 dicembre 2022 al passaggio a livello di Cantalupo in un drammatico incidente morirono quattro ragazzi, mentre due ragazze giovanissime rimasero gravemente ferite.
La Procura ha chiuso l’inchiesta e accusa, formalmente, Marouan Naimi, 23 anni, residente in Alessandria, di omicidio stradale. Il giovane, che uscì praticamente incolume dai rottami dell’auto, è difeso dall’avvocato Stefania Sandri.
“Tra gli effetti personali del mio adorato Lorenzo non c’è la sua collana”
La sorella di Lorenzo Vancheri, il 21enne morto nello schianto, ha sporto denuncia
Le indagini della magistratura alessandria, con il supporto della consulenza cinematica, hanno fotografato i comportamenti dell’automobilista poco prima dello schianto nella terribile notte in cui persero la vita Denise Maspi (15 anni), Lorenzo Pantuosco (23 anni), Lorenzo Vancheri (21 anni), e, dopo dieci giorni di agonia, Vincenzo Parisi (20 anni).
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La Peogeot 807 si schiantò verso le 4. Chi era alla guida stava scappando, voleva probabilmente evitare il controllo dei Carabinieri che avevano acceso il lampeggiante dell’auto d’ordinanza per far capire che quella vettura doveva fermarsi. Ma così, purtroppo, non è stato. Ed è iniziata la folle corsa verso la tragedia.
La fuoriuscita di strada, prima contro lo spartitraffico centrale e poi contro il guard rail, della Peugeot è avvenuta autonomamente. Non c’è stato contatto con altre auto. Naimi andava troppo veloce, non meno di 140 chilometri all’ora (in quel tratto il limite è dei 90), con condizioni di visibilità non ottimali visto che c’era la nebbia.
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Per la Procura, sono numerose le regole del Codice della Strada che Naimi avrebbe disatteso: oltre alla velocità eccessiva, gli viene contestata la violazione dell’articolo 169 della legge 285/92 che impone che il numero delle persone che possono prendere posto sui veicoli, anche in relazione alla posizione dei sedili, non può superare quello indicato nella carta di circolazione, e tutti i passeggeri devono prendere posto in modo da non limitare la libertà di movimento del conducente e da non impedirgli la visibilità: secondo l’accusa, Naimi quella notte trasportava cinque persone sui tre sedili posteriori dell’auto sedute in modo improprio e non sicuro.
Il 23enne è poi risultato positivo all’alcol test (0,46 g/l): un tasso non elevato ma non concesso ai neopatentati.
La consulenza cinematica ha concluso l’impossibilità di ricostruire dove fosse seduto ciascuno dei passeggeri.
Tra i legali che assistono le vittime e i loro familiari anche gli avvocati Giuseppe Cormaio, Marco Conti e Roberto Cavallone.