L’incontro con i “Babaci” per le vie di Maranzana
Cosa succede quando vivi in un piccolo borgo, che ha una bellezza mozzafiato, straripante di storia, e per giunta, nel tuo piccolo centro (che contava una volta 1200 anime), è nato un importante navigatore che ha scoperto una via d’accesso tra l’Oceano Pacifico e l’Atlantico nel lontano mare del Nord, quella chiamata oggi comunemente “Northeast passage”? Inoltre hai una Cantina che produce vini di altissimi qualità, famosi a livello mondiale, ma nonostante questo ti trovi a dover contare solo 230 persone che continuano a viverci? E come se non bastasse “un giornalista irriverente” sbeffeggia il tuo villaggio sulla stampa, definendolo “un luogo di fatto morto dove sopravvivono solo fantasmi”?
Dipende, se sei come purtroppo molti altri, pensi sul serio di unirti alla lunga fila di persone che vanno via, oppure, se sei un Amministratore Politico, decidi di partecipare alla moda dei nostri tempi, cioè vendere case per “un Euro” per ripopolare la zona, ma se sei Cesarina Boccaccio (Rosalba per tutti) e non hai più l’età per cambiare vita prendendo una valigia e scappare via e non hai pure neppure l’età per attendere decenni per rivedere il tuo borgo ripopolato, cosa fai? T’inventi i “Babaci”.
Cosa sono i “Babaci”?
Nel dialetto della zona, ci troviamo nelle Langhe, al confine tra le provincie di Asti e Alessandria, nel cuore del Piemonte, “Babaci” significa “Pupazzi”. Così “Rosalba”, aiutata da tantissime volontarie ed entusiaste della sua idea, comincia a creare un pupazzo da mettere davanti a casa sua, un “babacio”. Il quale rappresenta una persona e un lavoro che lei ricordava bene, ma che oggi non c’è più.
Dopodiché ne fa un altro, e poi un altro ancora e così oggi 130 pupazzi (scusate, “babaci”) animano le vie di Maranzana. E così, quasi senza crederci, ecco che Maranzana non è più solo celebre per la produzione di vini pregiati, e far parte del circuito dei comuni del vino, e’ diventata popolare anche grazie all’idea di queste pochi cittadini rimasti a viverci.
Situato su una collina, a circa 400 metri sul livello del mare, da qui si gode di una vista panoramica sui vigneti circostanti da lasciare senza parole. Il centro storico è caratterizzato da strette stradine e da antichi edifici in pietra, tra cui spicca la chiesa parrocchiale di San Michele Arcangelo, risalente al XVIII secolo e un castello imponente.
Maranzana è famosa per la produzione di un vino bianco popolare non solo in Piemonte, il Moscato d’Asti. Il Moscato d’Asti di Maranzana è particolarmente apprezzato per la sua freschezza e il suo aroma intenso e fruttato, e viene spesso abbinato a dolci e dessert. Oltre alla viticoltura, l’economia di Maranzana si basa anche sull’agricoltura, con la coltivazione di cereali, frutta e ortaggi. Maranzana è un luogo tranquillo e suggestivo, ideale per chi cerca una pausa dalla frenesia della città e vuole immergersi nella natura e nella cultura della regione del Piemonte.
Ma da oggi puoi uscire per strada e puoi trovare non solo personaggi del passato, sistemati sapientemente dove passavano le loro giornate quando erano “carne e ossa”, ma anche turisti. Si, Turisti che vengono a vedere di persona i Babaci e tra questi rimangono sorpresi e accennano un sorriso, quando si trovano dinanzi al “babaci” della Regina Elisabetta, seduta sorridente sulla soglia di casa della Signora Rosalba, dove sicuramente si tengono compagnia a vicenda, quando le giornate sono brevi e i turisti rari.
Quando passeggi per le vie di Maranzana non ti senti più solo, perché’ i “babaci” sono riusciti a ravvivare gli angoli del paese e passeggiando ti sembra di aver anche tu conosciuto questi abitanti del passato e le loro semplici storie che ti raccontano i cittadini rimasti, fanno sembrare che ognuno di loro fosse una celebrità e alla fine, probabilmente lo era. Ogni anno arrivano nuovi personaggi ad arricchire la schiara dei “babaci” e anche il loro abbigliamento cambia durante l’anno, dipende dal periodo e dipende da quello che si raccoglie in donazioni che oramai sono continue e sempre più interessanti.
Ci sono al momento 40 postazioni dove trovare i vecchi personaggi del borgo. Sotto il Castello che risale circa al 1200, c’è l’orchestrina che una volta animava Maranzana e poi si ricorda l’armatore inglese che veniva qui ogni anno a passare le sue vacanze estive e gli avventori del bar che tornavano dalla campagna. C’è anche l’angolo mezzo nascosto, dove i più giovani si ritrovavano per fumare la loro prima sigaretta in gran segreto e poi c’è l’enologo della cantina con l’attrice che si era stabilità nel villaggio fuori dalla Cantina, quella che ancora attiva e continua ad essere la vera fonte economica per i cittadini locali. I primi che incontri sono due carabinieri, giusto all’ingresso del borgo, dove facevano i controlli in tempi in cui la gente viaggiava più con il carro e la bicicletta e le automobili erano rarissime.
Fare l’elenco di tutti i “babaci” è impossibile e poi non voglio assolutamente togliervi l’emozione e la gioia di passare alcune ore in totale relax, gustando questi pupazzi dalla faccia allegra e spensierati ed ammirare il passaggio che si gode sulle colline che paiono disegnate al computer, ma che invece sono reali e cosi spettacolari che il Monviso, Il Cervino e il Monte Rosa che si vedono in lontananza, fanno una cornice che per gli amanti della fotografia è quasi un Paradiso, più che un semplice “piccolo villaggio”, come spesso viene etichettato, specie se lo guardi da Mombaruzzo, che si affaccia sulla stessa vallata.
Come arrivare a Maranzana?
Maranzana è raggiungibile in auto dalle autostrade A21 (Torino-Piacenza) e A33 (Asti-Cuneo). L’uscita dell’autostrada più vicina è quella di Asti Est. Dalla città di Asti, seguire le indicazioni per Nizza Monferrato e poi per Maranzana. Da Alessandria si raggiunge facilmente in auto prendendo la direzione per Mombaruzzo e da li sono solo pochi chilometri di distanza.
Dove dormire?
Nel bel mezzo del Villaggio c’è “Ma che bel Castello”, nel castello che citavo prima, dove ora trovi pure tre suite che si affacciano sulle colline e che ha un ristorante che vi serve i migliori piatti della zona.
Oltre i “Babaci”?
Due cose su tutte: il Museo di Giacomo Bove, per saperne di più di questo importante navigatore internazionale nato a Maranzana e poi la visita alla Cantina di Maranzana, dove potrete assaggiare vini bianche e rossi e spumanti di altissimo livello, vederne la sua creazione e poi, volendo, portarsi a casa una cassa di vino da mostrare con orgoglio agli amici durante la cena in cui parlerete con entusiasmo di questa visita in questo sorprendente borgo piemontese.