FilCams Cgil: “Bene su Terme, ma servono tutele per i lavoratori”
"Prima della riapertura serve un confronto con la proprietà"
ACQUI TERME – “Siamo molto soddisfatti perché la riapertura a maggio era quello che tutti auspicavamo, e da come si era messa la situazione un epilogo favorevole era tutt’altro che scontato”: il segretario provinciale di FilCams Cigil Stefano Isgrò, insieme ai colleghi Maura Settimo di UilTucs e Tonio Anselmo di Fisascat Cisl, tira quindi un sospiro di sollievo.
Grazie alla misura economica annunciata dalla Regione a favore del termalismo piemontese (1 milione di euro di cui 800mila alle realtà concessionarie delle fonti termali e 200mila in voucher vacanze), Terme di Acqui Spa ha deciso di tornare sui propri passi e confermare la riapertura a maggio dello stabilimento curativo Nuove Terme, anche se con due settimane di ritardo rispetto a quanto annunciato a inizio febbraio.
“Ora la nostra priorità è quella di individuare soluzioni per la tutela di quelle lavoratrici, le cosiddette “fanghine”, che nel 2022 hanno percepito solo 400 di reddito in tutto l’arco dell’anno, e dei dipendenti del Grand Hotel ancora sotto contratto che potrebbero essere reintegrati in azienda con altre mansioni. Nei prossimi giorni – sottolinea Isgrò – sarà necessario un incontro con la proprietà e le istituzioni locali per parlare proprio di queste cose”.
Il segretario di FilCams Cgil, poi, fa anche cenno “a possibili modifiche del calendario, come ad esempio il prolungamento dell’apertura fino a fine anno. A ogni modo – conclude Isgrò – mi auguro davvero che questo passo essere solo un primo passo verso la ripresa del termalismo acquese. Un nuovo inizio per tutti: per la città, per i dipendenti e anche per l’azienda”.