In campo per la partita mai giocata. Tra Gfc Milano e Alessandria
Oggi a Lodi, 90 anni dopo: la gara, nel 1933, fu vietata dalla dittatura
LODI – Era tutto pronto, 90 anni fa, per giocare la partita di calcio femminile tra Gruppo femminile calcistico Milano e Alessandria: una sfida che si sarebbe dovuta giocare proprio nella nostra città, ma alla vigilia della trasferta delle milanesi arrivò il divieto del regime fascista.
Le donne, questo era stato scritto, non dovevano praticare questo sport, con una serie di motivazioni senza senso, tra cui “conseguenze sull’apparato riproduttivo”, anche sul “fisico” perché avrebbe favorito “muscolatura mascolina”. E poi era “sconveniente” scendere in campo in abbigliamento che “non si addiceva alle femmine”.
Così un movimento che stava crescendo, e il Gruppo calcistico femminile aveva già avuto riconoscimento del Coni, si fermò, anche ad Alessandria, che fra le giocatrici poteva contare su Amelia Piccinini (foto sotto), poi grande interprete dell’atletica e vincitrice di una medaglia alle Olimpiadi, nel getto del peso.
Quella gara, che la dittatura proibì, si gioca oggi, alle 15, a Lodi, al campo di via Massena ed è anche un evento per le celebrazioni del 25 aprile. Perché Lodi? Perché fra le fondatrici della squadra lombarda c’erano le quattro sorelle Boccalini, lodigiane, Marta, Rosetta, Luisa e Giovanna, quest’ultima poi partigiana, assessora a Milano, vicepresidente nazionale Inca e Inps e sempre molto attenta alle persone in difficoltà.
Ci sarà anche Acf Alessandria, per il triangolare che si giocherà dalle 15, accompagnata dalla presidente, Maria Grazia Spanò, dal dirigente Luca Garavelli, e dall’assessora allo sport Vittoria Oneto. “Siamo state contattate e abbiamo aderito con entusiasmo. Sarà un torneo con formazioni giovanili – spiega Spanò – perché quelle pioniere erano giovinette e per consegnare un messaggio alle nuove leve”.
Alessandria parteciperà con una mista di Under 12 e Under 15, ci saranno Partizan Bonola Milano e un gruppo di giovani calciatrici lodigiane, che militano in alcuni vivai della zona.
Sarà una nuova partenza e, anche, un cerchio che si chiude, per cancellare quel divieto e ribadire il diritto di tutte di fare sport. A conclusione anche il ballo ‘Break the chain‘ (spezza la catena). Per ribadire che la forza delle bambine, delle ragazze, delle donne non si può fermare.