Caso Ginepro. Confconsumatori: «Vogliono scoraggiarvi a denunciare»
Ieri l'incontro al salone del Parco del Po
Il presidente del Comitato dei condòmini coinvolti nel crak risponde duramente a Confconsumatori
CASALE – Il caso Ginepro si arricchisce di un ulteriore scontro: ad alimentarlo è il notaio Massimo Cagnacci, presidente del comitato dei condòmini coinvolti nel crak dello studio amministrativo di Casale, che replica duramente ad alcune considerazioni emerse – seppur senza dirlo esplicitamente – a seguito dell’assemblea pubblica indetta da Confconsumatori e dalla successiva richiesta di creare una tavola rotonda.
Caso Ginepro. Confconsumatori: «Vogliono scoraggiarvi a denunciare»
Ieri l'incontro al salone del Parco del Po
Puntualizza quindi Cagnacci: «Il Comitato di cui sono promotore ha suggerito ai cittadini che ad esso si sono rivolti di pervenire prima di tutto alla nomina di un nuovo amministratore, previa dimissione o revoca del precedente (ancorché ci risulti che vari condomìni non lo abbiano fatto); in seguito di far eseguire un attento esame contabile dei bilanci, rendiconti ed estratti conto bancari degli ultimi anni ed infine di procedere ad un confronto costruttivo (come per altro annunciato dall’avvocato Strambi Ferrini) che porti alla completa soddisfazione e ristoro delle pretese creditorie dei singoli condòmini, senza con ciò ‘fare melina’ con l’amministrazione Ginepro, cosa che non rientra né è mai rientrato nei propositi e nell’interesse del Comitato».
Caso Ginepro: Confconsumatori chiede una tavola rotonda
«La situazione sembra avere subìto un preoccupante rallentamento, anche a causa di presunti autorevoli interventi, che potrebbe portare al superamento dei termini…
E spiega che il modo d’agire risponde «a una precisa scelta procedurale, poiché un’azione penale priva di supporto probatorio e di riscontri oggettivi, oltre al rischio di essere archiviata, potrebbe addirittura esporre il querelante al reato di calunnia. Inoltre, ciò che non ci risulterebbe essere mai stato spiegato chiaramente, è che la tanto conclamata costituzione di parte civile non automaticamente porta ad un risarcimento: per vero, nel caso in cui l’imputato volesse affrontare un dibattimento, la pretesa creditoria sarebbe posticipata di molti mesi, se non di anni, in quanto sarebbe necessario giungere ad una condanna definitiva.
Per tale ragione si ritiene, allo stato dei fatti, più proficuo e celere cercare una soluzione bonaria, ma ugualmente satisfattiva anche alla luce della disponibilità pubblicamente manifestata dall’amministrazione Ginepro e più volte confermata dal suo legale; in difetto, riservandosi di agire in sede civile per il risarcimento.
Nel caso di specie infatti, non vi è stata né fuga né alcun tentativo di distrazione o dissimulazione del patrimonio sia della società amministratrice, sia della famiglia Ginepro, comportamento assolutamente anomalo per chi non intende far fronte ai propri debiti ed anzi, fino ad ora collaborativo. Risulta al Comitato, infatti, che pur con carenze ed inesattezze, i nuovi amministratori abbiano ricevuto gran parte della documentazione richiesta».
Per quanto riguarda l’argomento dei fidi bancari il notaio casalese spiega: «Va segnalato che è a nostra conoscenza che tutti gli estratti conto finora richiesti sono pervenuti e nello specifico, che da una delle due banche che notoriamente intrattenevano rapporti con l’amministrazione Ginepro, siano già pronti per la consegna tutti i documenti relativi alle deliberazioni assembleari di fido che alle delibere di affidamento. Preciso che per quanto riguarda il Condominio Fontana, nel quale il sottoscritto è direttamente interessato, ciò è già avvenuto».
Cagnacci conclude con una frecciata ben indirizzata: «Pur in assenza di riunioni che sembrano voler partorire solo sensazionalismo, pubblicità e raccolta di incarichi professionali, l’opera del Comitato fin dalla sua nascita, è sempre stata finalizzata a fare efficientemente l’interesse dei cittadini coinvolti, fornendo loro informazioni, rassicurazioni ed assistenza a costo zero».