Dalla Regione un milione di euro a sostegno del termalismo
Per accedere ai fondi bisognerà garantire un'apertura stagionale di almeno cinque mesi
Così l'azienda: "Accolte le istanze di un settore in crisi. Ringraziamo Regione, Federterme e Comune"
ACQUI TERME – Infine, la tanto “fumata bianca” è arrivata: lo stabilimento curativo Nuove Terme riaprirà a maggio e non a settembre come annunciato poco meno di un mese dalla proprietà.
Decisiva, evidentemente, la nota con cui la Regione ha annunciato l’istituzione di un fondo da 1 milione di euro da ripartire nella misura di 800mila euro tra le realtà concessorie delle fonti termali presenti in Regione (gli altri 200mila per l’introduzione di voucher vacanze). Contributi, quindi, di cui almeno in parte potrà beneficiare Terme di Acqui Spa.
“Apprendiamo con estremo compiacimento – si legge nella nota stampa diramata dall’azienda – delle misure messe in atto dalla Regione Piemonte per il sostegno del settore termale piemontese. Ringraziamo Federterme per aver portato avanti, di fronte alle istituzioni, le istanze di un settore che ha attraversato e attraversa momenti di difficoltà e che necessita di un profondo rinnovamento. Un ringraziamento naturalmente alla Regione Piemonte, per averle accolte in modo concreto comprendendo il ruolo strategico che l’attività termale riveste nell’ambito del territorio con ripercussioni importanti su tutte le attività turistiche e commerciali e di conseguenza sulle lavoratrici e i lavoratori direttamente o indirettamente coinvolti. Non ultimo – continuano da Terme di Acqui Spa – un segno di riconoscenza verso il Comune, con il quale il dialogo su questo tema è proseguito in maniera costante, portando a un risultato così importante ed esemplare”.
Dalla Regione un milione di euro a sostegno del termalismo
Per accedere ai fondi bisognerà garantire un'apertura stagionale di almeno cinque mesi
I fondi che arriveranno da Torino – per accedervi è necessario garantire un’apertura annuale di almeno cinque mesi – si sono rivelati decisivi per sbloccare una situazione che pareva di settimana in settimana sempre più complicata e per ovviare, evidentemente, alle difficoltà “di carattere organizzativo” menzionate dalla società genovese, a causa delle quali, secondo quanto riferito a suo tempo, non sarebbe stato possibile riaprire le strutture prima di settembre.