Dopo il Museo per Borsalino, sarà la volta di quello per Umberto Eco?
Il Museo Borsalino è stato inaugurato lo scorso 4 Aprile, con una celebrazione che ha visto politici e personaggi dello spettacolo, alternarsi nell’elogiare l’importanza e l’eleganza della storica fabbrica alessandrina, vanto non solo della città, ma dell’intero settore della moda italiana.
Nella sua vecchia sede di produzione, è stato creato uno spazio espositivo per celebrare la storia e la cultura del celebre marchio di cappelli. Il museo ospita una vasta collezione di cappelli Borsalino storici, fotografie, filmati legati ai film dove il cappello è stato rappresentato e un bel negozio al suo interno offre oggetti ricordo e libri correlati a Borsalino. La sua apertura rappresenta un’importante opportunità per conoscere la storia del marchio e per apprezzare la maestria artigianale che sta dietro alla produzione di questi iconici cappelli italiani.
Borsalino e Alessandria sono strettamente legati tra loro. Non solo perché l’azienda, fondata in città nel 1857 da Giuseppe Borsalino e dalla sua famiglia, non si è mai allontanata dalla provincia, a differenza di tanti marchi storici italiani che hanno deciso di spostare la loro produzione in altre aree del Mondo, ma perché rappresenta la tradizione nel settore della lavorazione della paglia e dei tessuti, che ha reso possibile la nascita e lo sviluppo dell’azienda e forse per questo motivo di riconoscenza oppure proprio perché lo stile non era solo nei cappelli, ma anche nel modo di fare, la Borsalino è sempre rimasta in Alessandria.
Il sindaco di Alessandria, Giorgio Abonante, si è presentato orgogliosamente con un cappello Borsalino alla cerimonia e la sua presenza, con la fabbrica dietro alle sue spalle, creava una bella immagine promozionale, per la Borsalino ma anche per Alessandria. Con l’apertura di questo Museo e con la sua modernità nel raccontare una storia antica, cominciano ad essere molti i motivi per visitare Alessandria anche per possibili flussi turistici.
Non è più solo Marengo e le storiche battaglie napoleoniche, oppure la cittadella, ma ora c’è anche un Museo che non ha nulla da invidiare ai migliori musei internazionali e che, per giunta, ha un’unicità che dovrebbe attirare anche molti dei visitatori del vicino Designer Outlet Serravalle. Se in milioni si spostano per vedere l’Outlet da ogni angolo d’Italia e d’Europa, perché non fare un salto anche ad Alessandria per vedere non solo il Museo della battaglia di Marengo ma anche, ora, il museo di Borsalino.
A fine anno, il 22 novembre, uscirà nei cinema, e successivamente su Apple Tv, il colossal di Ridley Scott “Napoleon”, con un cast d’eccezione, da Joaquin Phoenix, nella parte proprio di Napoleone a Vanessa Kirby e il film, anche se girato in Gran Bretagna, riporterà all’attenzione mondiale le storiche lande di Spinetta Marengo e il film aveva proprio “Marengo” come possibile titolo nelle prime riprese fatte un anno fa. Titolo cambiato per ovvi motivi commerciali, ma ha poca importanza, perchè nel film si parlerà di Marengo e sappiamo bene come funzionano queste cose: film di successo = file di curiosi e turisti.
Ed allora, mi chiedo, e se questa inaugurazione del Museo di Borsalino non fosse solo un fatto sporadico e seguisse anche, per dire, l’apertura di un altro museo interamente dedicato ad uno dei più grandi scrittori e intellettuali italiani del XX secolo?
Umberto Eco ha avuto una forte connessione con la città di Alessandria, dove è nato e cresciuto. Inoltre, ha sempre mantenuto un forte legame con Alessandria e nella sua vasta produzione letteraria ha spesso fatto riferimento alla città e alla sua storia. Il suo primo romanzo, “Il nome della rosa”, pubblicato nel 1980, è ambientato in un’abbazia medievale immaginaria che potrebbe essere ispirata alla vicina città di Asti o ad Alessandria stessa.
Inoltre, Eco è stato uno dei fondatori dell’Università del Piemonte Orientale, ed ha collaborato con diverse istituzioni culturali della città. Non dimentichiamoci che Eco è stato anche uno dei membri più attivi del Gruppo 63, un movimento letterario italiano degli anni ’60 che si riuniva spesso ad Alessandria.
È vero che dopo la sua morte nel 2016, la città di Alessandria ha realizzato alcune iniziative legate alla sua persona, e c’è da dire che sono solo otto anni dalla sua morte, ma ora che il Museo di Borsalino è stato inaugurato e visto il successo attorno a questo avvenimento, e il film su Napoleone che sta per uscire a livello mondiale, un Museo su Umberto Eco dovrebbe essere la naturale prosecuzione nella politica del valorizzare della città. Si potrebbe cominciare con una targa, di quelle blue che si trovano in tante città, di quelle che dicono “Qui è nato…”, per poi pensare a qualcosa di diverso, di più avventuroso e di ambizioso. Si, un Museo dedicato a uno dei più rappresentativi scrittori del XX Secolo a livello mondiale.
Alessandria ha prodotto tanto nella sua storia e promuovere di più una città e un territorio che meritano molta attenzione in Italia e in Europa dovrebbe essere la prossima priorità. Tutta l’operazione legata al Museo Borsalino appena inaugurato fa sperare bene per il futuro.