Vattimo e Caminada provano a sposarsi a Occimiano, ma il matrimonio salta di nuovo
L'assistente è già stato condannato per circonvenzione di incapace. Sulla vicenda, ora, sta indagando la Procura di Vercelli
OCCIMIANO – Il filosofo e politico Gianni Vattimo, 86 anni, e il suo assistente Simone Caminada, 36, tornano a far parlare di loro dopo un altro tentativo di matrimonio andato in fumo. I due, infatti, nel dicembre dello scorso anno avevano provato a formalizzare la loro unione in un Comune della Lombardia, ma l’iter si fermò quando emersero le carte di un procedimento penale in corso a carico di Caminada per circonvenzione di incapace nei confronti dell’anziano compagno.
Un altro tentativo
Passate alcune settimane ci hanno riprovato, questa volta in Piemonte, precisamente nel Comune di Occimiano. “Il primo contatto – spiega il sindaco Valeria Olivieri – è avvenuto il 23 febbraio attraverso un intermediario”, un certo Riccardo Romussi. Vattimo e Caminada, poi, sono stati accolti il 2 marzo scorso nel Comune monferrino per un incontro conoscitivo richiesto dalla prima cittadina. Un confronto durante il quale il filosofo avrebbe pronunciato poche e confuse parole.
“Conoscendo i pregressi della vicenda – ha dettagliato Olivieri – mi sono tutelata rivolgendomi ai Carabinieri e al Pm che aveva fin lì seguito la vicenda. Come da loro consigliato, ho accolto la richiesta di matrimonio riservandomi di verificare la documentazione. Dopodiché ho informato il pubblico ministero che aveva seguito la causa e, insieme al comandante dei Carabinieri di Occimiano Paolo Marubbio, abbiamo trasmesso tutto quanto in nostro possesso. A quel punto è giunta una lettera dal Tribunale di Torino che mi chiedeva di sospendere la pratica di matrimonio, in quanto era stato avviato un ricorso contro la sospensione dell’amministratore di sostegno del Vattimo”.
Perché Occimiano?
Ma perché tutto questo è avvenuto proprio a Occimiano? L’intermediario si è presentato al sindaco qualificandosi come “amico di Sir Paolo Saltarelli Bozzi Granville”, pronipote della regina Elisabetta II, che a fine gennaio, nel Comune monferrino, fu unito in matrimonio con il compagno di sempre, Iginio Viganò, proprio dalla Olivieri. Un fatto, spiegano da Occimiano, che non è vero e che sarebbe stato millantato al solo scopo di facilitare le pratiche di matrimonio.
Su quanto accaduto a Occimiano, adesso, sta indagando la Procura di Vercelli.