Omicidio Borghetto: la Corte d’Appello rinvia l’udienza al 10 maggio
Bisognerà approfondire la situazione e valutare la possibilità di un concordato, rimodulando la pena inflitta in primo grado
BORGHETTO BORBERA – E’ stata rinviata al 10 maggio l’udienza in Corte d’Appello che dovrà esaminare la posizione di Agostina Barbieri, la donna che l’11 luglio 2021 uccise il marito: in primo grado la donna fu condannata a 4 anni e 10 mesi (con attenuanti e liberazione) per l’omicidio del marito.
Un rinvio, su invito della Corte, al fine di approfondire la situazione e valutare la possibilità di arrivare a un concordato sui motivi di appello, rimodulando la pena inflitta in primo grado. Tenuto anche conto dei profili di legittimità costituzionale che la nuova normativa della legge Codice Rosso sembra essere affetta nella parte in cui viene applicata a una persona a sua volta vittima di maltrattamenti e non maltrattante.
Alla Barbieri, infatti, fu riconosciuta la legittima difesa putativa in quanto compì quel gesto perché sprofondata per anni in una situazione di maltrattamenti «senza via d’uscita», e avvertì un pericolo imminente per la sua incolumità e quella del figlio. In sostanza, seppur erroneamente, agli occhi dell’imputata quel pericolo era vero e attuale.
Quell’errore di valutazione commesso dalla donna è incolpevole, oppure può esserle addebitato a titolo di colpa?
La Corte alessandrina lo considerò una colpa. La difesa, invece, affidata all’avvocato Lorenzo Repetti, ritiene che l’erroneo convincimento di versare in una situazione di grave pericolo fosse incolpevole, proprio alla luce del contesto di quei maltrattamenti subiti per anni.
I giudici di primo grado riconobbero una condizione di gravi e perduranti maltrattamenti.
«Abbiamo presentato appello – aveva spiegato il difensore – anche se abbiamo apprezzato molto il lavoro della Corte (di Alessandria, ndr) che ha approfondito con attenzione e sensibilità la situazione, con particolare riguardo al contesto di maltrattamenti e all’aspetto psicologico in cui versava l’imputata».
Ma anche la Procura alessandrina presentò appello.