Coldiretti, la Russia fa incetta di vini italiani
Nel 2022 le esportazioni sono aumentate del 16%
Nonostante guerra, restrizioni, embarghi e minacce, lo zar Putin non rinuncia al vino italiano con le esportazioni tricolori in Russia che sono aumentate del 16% nel 2022 e hanno raggiunto lo storico record dei 172milioni di euro. È quanto emerge dall’analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat in occasione dell’apertura del Vinitaly a Verona. L’assenza dei russi, tra gli oltre mille buyer provenienti da 68 paesi accreditati al Vinitaly, non ferma gli acquisti di vino italiano che anche attraverso triangolazioni arriva a Mosca, dove i cittadini non rinunciano a consumare bottiglie tricolori, a casa e al ristorante.
“L’Italia è diventata nel 2022 il primo paese fornitore di vino in Russia, con una quota di mercato di circa il 30%, davanti a Spagna e Georgia: i vini più gettonati, oltre al Prosecco, sono l’Asti, il Gavi e i Dop piemontesi, toscani, siciliani e veneti – ha affermato il presidente Coldiretti Alessandria Mauro – Oltre la metà dei vini italiani venduti in Russia è rappresentata dagli spumanti per un valore di oltre 91milioni di euro con un balzo del 28% in anno, trainati in particolare dal Prosecco che cresce di quasi il 30% con più di 48 milioni di euro di vendite nel paese di Putin”.
I vini fermi, rossi e bianchi, rappresentano l’altra parte dei consumi russi di bottiglie Made in Italy con 81milioni di euro nel 2022 e una crescita del 5% rispetto all’anno precedente, nonostante la guerra in Ucraina che ha scatenato anche ritorsioni commerciali incrociate tra l’Europa e la Federazione Russa.
“Le pregiate bollicine italiane sono state le uniche ad essere esplicitamente escluse dal blocco delle esportazioni dei beni di lusso varato dall’Unione Europea per colpire gli oligarchi russi – ha aggiunto il direttore Coldiretti Alessandria Roberto Bianco – Le misure hanno preso invece di mira le vendite di bottiglie sopra il valore di 300 euro ad articolo, andando a colpire una selezione ristretta di vini italiani, come ad esempio alcune bottiglie di Sassicaia, Barolo, Amarone, Brunello di Montalcino che possono in alcuni casi superare il limite”.
Un limite che non ha fermato la crescita del vino Made in Italy nella Federazione Russa con un balzo di oltre il 70% negli ultimi dieci anni e di quasi 25 volte dall’inizio del secolo, secondo l’analisi della Coldiretti. Al contrario, per effetto dell’invasione dell’Ucraina e delle sanzioni europee è stato vietato l’ingresso in Russia di frutta e verdura, formaggi, carne e salumi, ma anche di pesce italiani per effetto dell’embargo all’importazioni di prodotti agricoli occidentali introdotto da Putin.