Quattro gol a Olbia nella ripresa, nessuna reazione. Così si sprofonda, senza rispetto per la maglia
Alessandria Calcio, Generic, Sport
Calcio - serie C
“Adesso prepariamoci ai playout”. Che non sono sicuri
Lauro: "Le responsabilità sono mie". Nessun accenno a dimissioni, dalla società silenzio sulla posizione
OLBIA – I tifosi le reclamano, la società nulla dice in proposito, ma la certezza, anche dopo l’umiliazione di Olbia, è che Maurizio Lauro non si dimetterà.
Domani sarà alla Michelin a dirigere l’allenamento, salvo decisioni diverse dalla proprietà. Non prese, però, da lui che si sente anche di evidenziare ciò che evidente purtroppo lo è, non solo da oggi, “inutile inseguire la salvezza diretta, quella non potremo conquistarla“. Ma non doveva arrivare a cinque giornate dalla fine? Non è che forse a -5 (anzi, adesso, a -3) il verdetto era, o doveva essere, di ben altro contenuto? Dal ring di Olbia esce una squadra ‘suonata’ come un pugile a fine carriera.
“Lavoriamo per i playout. E’ la sola strada che ci è rimasta per salvarci“. Già, ma l’Alessandria vista al ‘Nespoli’, ammesso che agli spareggi arrivi, rischia di collezionare figuracce in serie, come sta accadendo da tempo, nelle ultime settimane in maniera ancora più marcata.
La ‘mossa’ Galeandro
Ma Lauro si sente davvero ancora in grado di allenare questa squadra? La risposta sembra quella di un equilibrista che cammina su un filo sospeso a qualche centinaia di metri di altezza e, magari, è convinto di essere su una autostrada a quattro corsie. “Mi assumo tutte le responsabilità, per la formazione e per le scelte fatte durante la gara”.
Anche di aver detto, alla vigilia, che se un calciatore vede un compagno non fare la giocata giusta deve richiamarlo? Perché non c’è frase peggiore per un gruppo sfilacciato e senza una identità. Riteniamo che questi messaggi hanno alcun effetto se non rompere del tutto ciò che è già incrinato, fragile e inadeguato.
Però Lauro è convinto che la squadra avesse fatto la gara giusta fino al vantaggio dell’Olbia. E che “l’ingresso di Galeandro era per rompere l’inerzia e provare anche a vincere“. Già, ma come, visto che, a parte la conclusione di Sylla sul palo e un tiro di Nichetti dal limite la porta avversaria avrebbe potuto anche essere sguarnita?
Comunque il colpo del ko, sempre secondo Lauro, è stato il raddoppio. “Ci siamo sciolti. Ho provato a buttare nella mischia tutti gli attaccanti per cambiare qualcosa, anche a rischio di perdere gli equilibri”. Più che di equilibri persi, o mai avuti, questa è la sconfitta dell’inconsistenza, tattica e mentale, collettiva. Così serve davvero pensare ai playout?