Acqua e clima, gli impegni per evitare gli sprechi
Amag e UPO discutono (e non solo) dell'emergenza climatica, soprattutto di quella idrica
“Avremmo dovuto raccontare i cambiamenti climatici come una questione di sicurezza nazionale, cosa che effettivamente è: forse i politici l’avrebbero presa più sul serio da almeno dieci anni”. Il giornalista Emanuele Bompan, direttore della rivista Materia Rinnovabile dal palco del convegno “Acqua, clima e sostenibilità – Il valore della risorsa idrica per la transazione ecologica’ organizzato da Gruppo Amag e dal Centro Interdipartimentale per la Sostenibilità UPO4Sustanibility dell’UPO. Bompan era uno dei relatori chiamato a riflettere e discutere sulla grave crisi climatica che ha colpito l’Italia e in particolare il Piemonte e lo ha fatto senza sconti alle varie categorie coinvolti nelle scelte (politici, industria, agricoltura) più sostenibili nella manifattura, per evitare una “potenziale catastrofe”: “Anche il cittadino comune può sprecare meno acqua, ma ci vuole più consapevolezza”.
Al convegno per addetti ai lavori mancava però la voce e le opinioni del mondo produttivo, chiamato a far subito la propria parte per cambiare in meglio – usando metodi e tecnologie già esistenti – i prodotti e i servizi quotidiani.
Sprechi e soluzioni
Acqua, un bene che diamo un po’ troppo per scontato – il 50% di un sondaggio non conosce il proprio gestore del servizio idrico, ha sottolineato Sergio Vazzoler, Amapola Talking Sustainaibility – e molto viene sprecato: il 40% della potabile nelle reti alessandrine va dispersa, come ricordato dal presidente del Gruppo Amag, Claudio Perissinotto: “Amag Reti Idriche aggiusterà mille chilometri di reti idriche di sua competenza grazie ad un piano di riparazioni finanziato dal Pnrr: ridurremo del 10% lo spreco idrico. Dobbiamo dare il buon esempio al cittadino”.
Ricerca scientifica
I relatori del Disit e del DiSSTE (dipartimento per lo sviluppo sostenibile e la transizione ecologica) dell’UPO hanno focalizzato l’attenzione sugli studi climatici che mostrano l’indiscutibile innalzamento delle temperature, la riduzione delle piogge ed effetti sulla biodiversità nei fiumi, ricordando le le scoperte scientifiche su come depurare le acque esistano già. Il direttore del Disit, Leonardo Marchese ha anche anticipato che con Solvay verrà realizzato un laboratorio per il risanamento ambientale, ulteriore impegno dell’industria chimica per migliorare l’ambiente.
Quanto è costata la crisi idrica dell’estate scorsa? Almeno 800 mila euro, il costo sostenuto per i 2.800 viaggi delle autocisterne che hanno portato 50 milioni di litri di acqua potabile nelle zone a secco della provincia. “Insostenibile”, ha detto Adriano Simoni, direttore Egato6. Così sempre grazie al Pnrr verranno implementati progetti milionari per arrivare nel 2026 ad un tasso di acqua sprecata “solo” del 26%.
La parola del 2023 è ‘revamping’, rimettere a nuovo. Sempre grazie ai finanziamenti europei anche i depuratori saranno ammodernati. Lavori previsti a Tortona, Tagliolo, Belforte e nell’area Cassine-Ricaldone.