Nibali: “In Italia serve più rispetto per i ciclisti”
ALESSANDRIA – Vincenzo, ma tu in città ti sposti in bicicletta? La domanda a Nibali arriva da uno degli studenti del Volta e del Vinci che intervistano lo ‘Squalo dello Stretto’, dopo gli alunni della 5B del ‘Carducci‘. E Vincenzo cosa risponde? “No, perché in Italia manca ancora la cultura del rispetto per i ciclisti. Uno scatto in avanti che questo Paese deve fare, come è successo in Spagna, dove le squadre professionistiche vanno ad allenarsi perché la sicurezza è la priorità“.
AcdB Museo per un pomeriggio preso d’assalto, Nibali svela i suoi inizi in mtb, che adesso è la sua nuova attività. Un po’ si commuove quando parla della ‘Giro di Lombardia’, la bicicletta celebrativa che la Wilier Triestina ha realizzato per la sua ultima gara, uno dei tre modelli esposti al 3° piano di Palazzo Monferrato. “A inizio 2022 avevo deciso che sarebbe stato l’ultimo anno, ho ricevuto tantissimo affetto dalla gente, al Giro d’Italia mi sono sentito il vincitore“.
E ai ragazzi che gli chiedono se il ciclismo è più sacrificio o più divertimento, Nibali sottolinea, “prima il sacrificio, la determinazione, l’applicazione. Poi arriva il momento in cui ci si diverte anche”. E ricorda anche la prima bici da gara, una Masciaghi di Coppi.
Ciclismo per uomini o per donne? “Ciclismo per tutte e tutti”.