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Alle 21 nel salone del Parco del Po a Casale
Le prime dichiarazioni del titolare dello studio: «All’esito delle verifiche la situazione risulterà ben diversa»
CASALE – «Dati oggettivi». Sono quelli che fornisce l’avvocato Maria Grazia Strambi Ferrini sul ‘Caso Ginepro‘ e che raccontano, sulla vicenda che da due settimane infiamma la città di Casale, una prospettiva diversa e che, se verranno confermati, la ridimensioneranno anche fortemente.
Non è solo il legale a parlare ma è, per la prima volta, anche il titolare dello studio di amministrazione immobiliare, Andrea Ginepro.
«Per creare “un caso” ci vogliono i numeri, grandi numeri: quindi voglio partire da questi perché sono circolate fin da subito con una superficialità imbarazzante notizie non corrette (false) che altro non hanno fatto se non generare allarmismo e talvolta, un accanimento oltre ogni limite», spiega la Strambi Ferrini.
«Si è parlato di 6mila famiglie truffate, che poi sono diventate 4mila. Dico che le unità abitative amministrate dalla Ginepro sas erano circa 1.655 (in un centinaio di stabili); di questi, vi sono tanti esercizi commerciali. Non tutti i 1.655 evidenziano criticità».
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L’avvocato spiega come sarebbe sbagliato anche il numero dei fornitori coinvolti: non un centinaio per 800mila euro di crediti, ma decisamente meno: «40-45, 50 a voler stare larghi, sicuramente non per 800mila euro».
Gli insoluti perciò non sarebbero affatto di 2-3 milioni, come ipotizzato nel servizio delle Iene andato in onda martedì sera: «I numeri sono ridimensionati già da 15 giorni, si è ingigantito tutto sulla spinta dell’emotività!».
Prosegue la Strambi Ferrini: «In questo momento il mio studio sta lavorando sui numeri di 100 stabili, sui conti correnti, sui verbali di assemblea per fare luce sulle criticità lamentate dai condomini ma anche per comprendere quale fosse l’esatta entità delle rate da riscuotere al 28 febbraio 2023 in relazione a ciascun stabile. Sono state mandate lettere a ciascun nuovo amministratore con espresso invito ad un tavolo delle trattative mirato ai ristori. Stiamo aspettando l’esito delle verifiche».
«Non voglio escludere che ci siano criticità – ammette il legale – ma da lì a dire che il mio assistito è un truffatore o che è scappato ce ne passa». Gran parte dei denari ‘mancanti’ sarebbero ancora da riscuotere, vale a dire non sarebbero affatto stati distratti da Ginepro ma non dovrebbero essere ancora stati versati dai condomini: «Per quanto mi consti, su 100 stabili, le rate da riscuotere a marzo 2023 ammontano a circa un milione e trecentomila. Somma tutt’altro che trascurabile che assai verosimilmente sarebbe stata, e lo sarà, utile a sanare ogni pendenza con le municipalizzate ed i fornitori. Per cui, non è detto che i condòmini siano tenuti “a pagare due volte”. Lo slogan è fuorviante. Dipende dal numero e dall’entità delle rate ancora da riscuotere relative all’esercizio passato. Queste potrebbero essere sufficienti a coprire il debito. E se l’amministratore ha errato nella gestione se ne assumerà la responsabilità».
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«Ecco perché dico che i conti vanno fatti a tavolino. Meno rabbia, meno allarmismo, più concretezza. Non intendo affatto ritrattare il “meno rabbia” che ha contraddistinto il mio approccio difensivo. Con la rabbia non si va da nessuna parte e si rischia di avere una visione distorta della realtà. La conflittualità va gestita non alimentata. Le persone vengono sempre più incalzate ad instaurare azioni giudiziarie civili e penali quando è buona norma che si arrivi alla denuncia o alla citazione in giudizio solo all’esito di una trattativa non andata a buon fine oppure quando si neghi la disponibilità transattiva. Nel caso che ci riguarda, non vedo il motivo per cui derogare ad una prassi caldeggiata anche dai Tribunali soprattutto, quando dall’altra parte vi è la massima disponibilità ad un pieno e costruttivo confronto ed alla transazione. Se e nella misura in cui emergeranno delle criticità i miei assistiti se ne faranno carico e questo deve essere chiaro a tutti. In alcuni stabili, il problema è esploso a causa dell’omessa chiusura degli ultimi due bilanci di esercizio oppure, a causa di rate deliberate in sede di preventivo, su volontà assembleare, troppo basse rispetto ai rincari dell’autunno 2022. L’insieme di questi fattori ed assai verosimilmente di una mala gestio, a cui si è aggiunta la malattia del signor Andrea Ginepro due volte colpito dal Covid nel 2022. Non è possibile generalizzare perché ogni situazione è a sé. So che tanti amministratori stanno già verificando la documentazione che gli è pervenuta dallo Studio Ginepro per cui, auspico di poter arrivare a qualche accordo a breve termine, direttamente con essi o tramite i loro legali».
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Ginepro non è scappato, lo ribadisce Strambi Ferrini: «Ritengo che questa sia la via maestra per arrivare ad un “dunque” in tempi rapidi nell’interesse concreto delle persone. Ma temo che il vento soffi nella direzione opposta. Non smetterò di smentire l’irreperibilità dei signori Ginepro, il loro essere in qualche paese tropicale a godersi un fantomatico bottino, come qualcuno ha riferito. Non c’è nessun bottino. Nessuna fuga. Tutte fake news di chiaro segno denigratorio. Pur comprendendo lo sgomento di coloro che si sentono vittime di condotte poco chiare ascrivibili allo studio Ginepro, i disagi e quant’altro, voglio pensare che in un paese democratico i giudizi sommari o peggio l’aggressività verbale e non debbano trovare terreno fertile, in quanto lesivi della dignità e della reputazione della Persona, che va tutelata senza condizione».
A corroborare il corposo intervento del suo legale arrivano, per la prima volta dall’inizio di questa crisi, anche le dichiarazioni di Andrea Ginepro, il titolare dello studio: «Ho iniziato a fare la professione di amministratore nel 1992 quando ho affiancato mio padre nell’attività che aveva aperto negli anni ’70. In 50 anni di attività abbiamo dato lavoro ad artigiani professionisti ed imprese. Tutti bussavano per avere un lavoro e abbiamo fatto il possibile per andare incontro a tutti. Abbiamo servito famiglie per ogni tipo di necessità del bisogno quotidiano, abbiamo risolto controversie, problematiche di vario genere talvolta anche non di nostra competenza per il quieto vivere comune, placato animosità e tutto quanto poteva accadere in ambito condominiale. Ci siamo sempre resi disponibili e intervenuti a 360 gradi, dando i nostri numeri anche personali per chi ne aveva la necessità, i condomini sapevano di trovarci disponibili sempre. Siamo arrivati ad avere un centinaio di incarichi gestionali dei quali siamo sempre riusciti a soddisfarne le esigenze».
I problemi sarebbero sorti negli ultimi tempi: «Purtroppo nel 2021 non abbiamo potuto esercitare normalmente la nostra professione e le cause sono ben note a tutti, nel 2022 ho avuto problemi di salute che mi hanno tenuto lontano dall’ufficio per circa 4 mesi, 2 volte colpito dal Covid di cui ancora oggi ne porto le conseguenze. Non voglio trovare giustificazioni ma l’assenza dal lavoro ha creato ritardi e criticità su più fronti. Non sono riuscito a chiudere tutti i bilanci dei condomìni e mi sono ritrovato in alcuni casi in ritardo di due gestioni 2021 e 2022; in tali situazioni sono rimaste in sospeso le relative spese e costi, senza contare l’aumento sconsiderato dei costi di gestioni e delle materie energetiche. Proprio per tali motivazioni ho iniziato a programmare coi condomini che dimostravano criticità di aumentare il numero delle rate per diminuirne l’importo nonostante i rincari preannunciati con l’accordo poi di indire assemblee straordinarie in merito a tal criticità per rivalutare gli importi in base alle oscillazioni dei prezzi delle materie e così avevo già fatto con alcuni condomini e programmato con altri prima della dipartita. Dall’autunno 2022, ho ceduto ai condomini che imploravano tempo e modi per regolarizzare i propri pagamenti cercando di capire ogni singola problematica che una famiglia poteva presentare. Purtroppo sin dal 2021, le rate previste a preventivo rimanevano in gran maggioranza insolute e oggettivamente infierire con pratiche legali sui condomini morosi, seppur doveroso, mi è parso inumano stante la contingente situazione economica della cittadinanza. Ho cercato di far fronte ai pagamenti dando priorità alle materie prime in alcuni casi mettendo in stand-by altre prestazioni e forniture».
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Ci sarebbero stati errori: «Se ho sbagliato e sicuramente in alcuni casi ho sbagliato, per dare la regolarità dei servizi anche a chi presentava criticità, sono pronto ad assumermi ogni responsabilità. Perdonatemi se trovo ingiusto che 50 anni di professione siano ora spazzati via con un colpo di spugna, trovo altresì ingiusto l’accanimento verbale e i giudizi sommari, sul sottoscritto e la mia famiglia che premetto delle mie azioni sono del tutto estranei in quanto solo io ho preso in merito determinate decisioni. Stiamo subendo illazioni e accuse anche e soprattutto a livello mediatico che fanno rabbrividire in uno stato democratico… sono sicuro che all’esito delle verifiche che ciascuno condominio con il proprio nuovo amministratore ha posto in essere la situazione risulterà ben diversa da quella clamorosamente raccontata. Comprendo bene i disagi delle persone che mi hanno dato fiducia e la cosa mi fa star male non immaginate quanto, ma al contempo come sempre ho fatto sono certo che mettendomi a disposizione anche coi colleghi a cui stiamo passando tutte le documentazioni e ai miei avvocati risolveremo le questioni in essere».
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Ritorna quindi il tema della politica: «Inoltre, non vi è giustificazione alla violenza nemmeno a quella verbale. Mi spiace constatare anche che è ormai chiaro come tale vicenda abbia assunto una connotazione di carattere politico dove ognuno sta giocando il proprio ruolo in diverse partite. Ribadisco non sono andato da nessuna parte e che soprattutto non mi sono appropriato per privati interessi di nulla».