Il ‘Tribunale del malato’ e ‘Cittadinanza attiva’ scrivono al Comune
"Un'azienda privata non può creare un?interruzione di un servizio pubblico, specialmente alle categorie più disagiate"
ACQUI TERME – Giorgio Pizzorni, referente per Acqui, Alessandria, Casale e Novi del ‘Tribunale del Malato’, e la segreteria regionale di ‘Cittadinanza Attiva’, Mara Scagni, hanno contattato il sindaco Danilo Rapetti e il presidente della Commissione Sanità, il consigliere Nicola De Angelis, per porre in evidenza la “grave situazione di interruzione di cure a causa del posticipo dell’apertura degli stabilimenti termali”.
Di seguito la lettera integrale fatta pervenire da Giorgio Pizzorni e Mara Scagni:
“L’articolo 32 della nostra Costituzione recita “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività”.
Forse basterebbe anche solo questo, senza ulteriori spiegazioni, per comprendere che la decisione di ritardare l’apertura degli stabilimenti termali da parte della società Terme è in pieno conflitto con la tutela e la salute dei cittadini acquesi e non.
La popolazione caratterizzante la nostra comunità è prevalentemente costituita da anziani, sui quali l’incidenza delle patologie croniche respiratorie riveste circa l’80% dei ricoveri, specialmente nella stagione invernale.
Le nostre acque termali hanno proprietà specifiche, oltre che per la riabilitazione funzionale del paziente artrosico e post chirurgico ortopedico, anche per il trattamento delle sindromi rino-sinusitiche bronchiali croniche e delle bronchiti croniche semplici o con componente ostruttiva.
E’ dunque intuitivo che il beneficio derivante da un trattamento inalatorio o con cicli integrati di ventilazione polmonare contribuirebbe alla riduzione delle riacutizzazioni delle sindromi sopracitate, aumentando il benessere del paziente e riducendo, di conseguenza, la pressione sui Presidi Ospedalieri.
Come seguito di questa introduzione, ci si può immediatamente rendere conto che una riduzione dell’erogazione del servizio termale non è in grado di soddisfare le esigenze dell’utenza.
Sul profilo strettamente giuridico, invece, preme ricordare, così come sancito dalla Costituzione, che la salute è un Diritto soggettivo di ogni cittadino, ovvero l’interesse, giuridicamente protetto. Questa protezione giuridica incondizionata si esplica mediante il potere riconosciuto al soggetto di realizzare, di mantenere e di restaurare a suo vantaggio, anche in via coattiva mediante azione davanti all’autorità giudiziaria, l’utilità che costituisce l’oggetto del suo diritto.
Sul piano etico, una decisione di un’azienda, ancorché privata, non può e non deve creare un’interruzione di un servizio pubblico, limitando di conseguenza la fruizione del medesimo, specialmente alle categorie più disagiate, come gli anziani, che non hanno la possibilità di trasferirsi liberamente verso altri centri di cura.
Inoltre, oltre rappresentare un metodo curativo unico dal punto di vista sanitario e se possibile anche di benessere, deve essere valorizzato nella specificità degli interventi per la disabilità, sia di tipo a che di tipo b offrendo strutture totalmente prive di barriere architettoniche e che possono ulteriormente fornire una specializzazione unica e qualificante ad una grande domanda di parità e integrazione.
Auspichiamo, quindi, in un ripensamento da parte della società Terme e contemporaneamente riteniamo fondamentale sostenere i diritti del malato in ogni sede e presso tutte le Istituzioni preposte.”
“Sia il Sindaco che tutta l’Amministrazione – sottolineano da Palazzo Levi – si impegnano ad accogliere e dare voce a queste importanti e fondamentali considerazioni, che vengono interamente condivise e ,contemporaneamente, ribadiscono ancora una volta il grave disservizio e le pesantissime ripercussioni sanitarie che la decisione della società Terme implica”.