Petizione Terme: tre giorni con i gazebo di Act per le ultime firme
Oggi il punto firme in corso Italia, ma sarà presente in centro anche venerdì e domenica
"Revoca delle concessioni la minima risposta a chi mette a rischio l’economia della città"
ACQUI TERME – C’era anche Massimo Antonucci, presidente di Act Consumatori, tra coloro che sono intervenuti lunedì sera a Palazzo Levi per chiedere al presidente della Regione Alberto Cirio un’azione incisiva nei confronti di Terme di Acqui Spa.
Prendendo la cosiddetta “palla al balzo”, al termine dell’incontro Antonucci ha consegnato al governatore del Piemonte le 2631 firme raccolte dall’associazione a sostegno della petizione avviata la scorsa estate per la riapertura dello stabilimento Regina.
“Il governatore Cirio – dichiara Massimo Antonucci – ha parlato della possibilità per l’ente pubblico di riprendere le redini di Terme di Acqui Spa, un’eventualità che ci era stata già menzionata mesi fa dall’assessore regionale alla Sanità Luigi Icardi nell’ambito di un nostro reportage proprio sul futuro delle Terme. Poniamo l’attenzione generale sul Regina, un complesso curativo e ricettivo dalle grandi potenzialità purtroppo non attuate, capace di offrire ai pazienti un grande ventaglio di prestazioni sanitarie. Sarebbe auspicabile che la Regione trovasse una soluzione commerciale, legale o amministrativa per rilevare lo stabilimento e vocarlo alle prestazioni sanitarie convenzionate”.
Petizione Terme: tre giorni con i gazebo di Act per le ultime firme
Oggi il punto firme in corso Italia, ma sarà presente in centro anche venerdì e domenica
Nel 2019 le prestazioni termali convenzionate con il Sistema Sanitario Nazionale effettuate fuori Piemonte hanno gravato sul bilancio regionale per oltre 3 milioni di euro, un tesoretto che “riaperto il Regina potrebbe ridare vita alla zona Bagni e dignità alla città”.
Già dalle prime chiusure in tempo di pandemia, quella del presidente di Act Consumatori è sempre stata una delle voci più critiche nei confronti della famiglia Pater: “Le Terme chiuse fino a settembre (e chissà per quanto ancora) sono uno scempio davanti agli occhi di tutti. Da due anni – commenta Antonucci – la nostra associazione diffonde un triste presagio: degli attuali proprietari delle terme non ci si può fidare”.
Totale sintonia, a ogni modo, con il piano d’azione presentato da Alberto Cirio: “Parole che attendevamo da tempo. La revoca delle concessioni sulle acque termali ci sembra la minima risposta a chi ha messo in ginocchio l’economia di una città e privato migliaia di pazienti di tutta Italia del diritto alla salute condannandoli alle cure farmacologiche. Bene anche per il tentativo di istruire un tavolo di confronto con la società per giungere a una soluzione che, in primis, possa portare alla riapertura degli stabilimenti entro maggio”.