Cirio in città per le Terme: "Pronti a vie legali, ma bisogna trattare"
"La situazione non ci mette in una condizione di forza, ma faremo di tutto per salvare la stagione e i dipendenti"
Il proprietario delle Terme: "Sono disposto a perseguire la "via del dialogo", ma ci vuole franchezza"
ACQUI TERME – “Dare avvio a una raffica di controversie giudiziali ha creato inevitabili problematiche gestionali, che, nel caso di Terme di Acqui, sono state e sono particolarmente severe, in quanto indirizzate nei confronti di una società la cui attività è già stata pesantemente colpita dall’emergenza pandemica e dalla successiva crisi energetica”: è un estratto della lunga lettera che Finsystems Srl, per firma di Alessandro Pater, ha inviato al presidente della Regione Alberto Cirio e al sindaco di Acqui Danilo Rapetti.
La missiva è stata fatta pervenire a Cirio e Rapetti in risposta alla richiesta di un confronto da parte delle istituzioni dopo la decisione di rinviare a settembre la riapertura dello stabilimento curativo Nuove Terme. Confronto per il quale ora Pater si dice disponibile “non domani, ma a stretto giro e con un più consapevole e franco approccio da parte di tutti, e in vista del quale Terme di Acqui non mancherà sin dai prossimi giorni di apportare il proprio contributo”.
Cirio in città per le Terme: "Pronti a vie legali, ma bisogna trattare"
"La situazione non ci mette in una condizione di forza, ma faremo di tutto per salvare la stagione e i dipendenti"
Nell’esporre le proprie ragioni, il proprietario delle terme non nasconde, anzi sottolinea, disappunto per tutta una serie di azioni legali intraprese negli ultimi anni da Palazzo Levi nei confronti della propria società, tra cui le impugnazioni dei bilanci societari nel 2020 e nel 2021, “entrambe respinte dal Tribunale”, e la liquidazione delle quote recesse dal Comune nel 2020 per le quali l’ex amministrazione avrebbe rivendicato un valore più che quadruplo rispetto a quello identificato dall’azienda, ovvero 3 milioni e 200 mila euro a fronte di una valutazione di 700 mila euro.
Pater ritiene poi ingiusto il provvedimento con cui la Regione “fa decorrere il termine ventennale della temporaneità delle concessioni sulle acque termali a partire dall’entrata in vigore della legge, ovvero dal 2006, con un retroattività di ben 17 anni. Una discrezionalità – scrive Pater – in contrasto con le legittime aspettative di Terme di Acqui Spa e che non ha precedenti in Italia”.
Insomma, secondo il ‘patron’ del termalismo acquese sarebbero stati Comune (in particolare l’ex Giunta) e Regione a non aver agevolato l’obiettivo minimo di una qualunque organizzazione economica, che è il raggiungimento dell’equilibrio finanziario”. A ogni modo, il proprietario delle Terme di Acqui Spa di dice disposto a perseguire la “via del dialogo”, “non potendo però non segnalare che in questi ultimi e assai difficili anni se vi sono stati tentativi di “ritorsione” questi non sono stati compiuti da Terme di Acqui spa”.
Terme di Acqui, la lettera: "Insoddisfazioni che ci lasciano sorpresi"
Il sindaco Rapetti nell'incontro di ieri a Palazzo Levi ha reso pubblica la missiva inviata dalla dirigenza