Fubine intitola la caserma Carabinieri a Salvatore Spano
Venerdì 24 marzo alle 11
FUBINE – Domani, venerdì 24 marzo alle 11 si terrà la cerimonia di intitolazione della nuova Caserma dei Carabinieri di Fubine nello stabile di via Roma 41, alla presenza delle autorità civili e militari, del vescovo di Casale Monferrato Gianni Sacchi e delle associazioni d’arma e combattentistiche, accompagnata dalla Fanfara del 3° Reggimento Lombardia.
La caserma sarà intitolata al Maresciallo Capo Salvatore Spano, insignito della Medaglia di Bronzo al Valor Militare “alla memoria”, a testimonianza di un paese che non dimentica e che vuole lasciare memoria del sacrificio costato la vita al sottufficiale a soli 43 anni.
Il Comando Stazione di Fubine – che ha giurisdizione su un territorio di 25 chilometri quadrati e una popolazione di 1785 abitanti, con una bassa percentuale di criminalità, anche grazie alla presenza e al costante impegno dell’Arma – è stato trasferito nel nuovo stabile il 4 giugno 2019.
Il programma della celebrazione prevede lo schieramento dei reparti e delle associazioni, l’afflusso degli invitati e la presentazione dell’evento, a cui seguiranno gli onori alle massime autorità in rassegna e la consegna della bandiera Nazionale donata dal sindaco di Fubine al comandante della Stazione Carabinieri. Verrà quindi scoperta la targa dedicata al Maresciallo Capo Salvatore Spano, con un intervento del sindaco di Fubine e della massima autorità dell’Arma presente. Il vescovo di Casale Monferrato benedirà quindi la nuova caserma.
Il Maresciallo Capo Salvatore Spano nacque a Oristano il 15 settembre 1899 e fu chiamato alle armi il 22 luglio 1917, destinato al 45° Reggimento Fanteria con l’incarico di “mitragliere fiat”. Il 19 marzo 1920, su sua richiesta, ottenne il transito nel corpo dei “Reali Carabinieri”, per la ferma di tre anni, e il 28 ottobre 1920 fu destinato al 3° Battaglione Mobile CCRR di Roma. Trascorso poco più di un anno, l’11 gennaio 1922, ottenne quindi il trasferimento alla Legione Territoriale di Alessandria. Dopo una breve permanenza alla Stazione di Murisengo, fu ammesso a uno dei primi corsi per Sottufficiali, presso la scuola di Firenze, e il 31 luglio 1924 fece ritorno alla Legione di Alessandria con i gradi da Vicebrigadiere, destinato dall’allora Comandante, Colonnello Enrico Zerman, alla Stazione di Occimiano quale “Sottufficiale in sottordine”. Nel frattempo, rimasto vacante il comando della Stazione di Fubine, la Compagnia di Casale vi inviò il Vicebrigadiere SPANO in servizio provvisorio. Qui, durante la breve permanenza, conobbe la signorina Lucia Mordiglia, con la quale intraprese un’importante relazione sentimentale. Rientrato alla Stazione di Occimiano, ne assunse il Comando per i quattro anni successivi, fino al 6 aprile 1928, quando fu trasferito nel cuneese, alla Stazione di Vinadio, nell’alta valle Stura. Promosso Maresciallo, il 13 gennaio 1929 fu trasferito alla Legione di Trieste, in qualità di Comandante della Stazione di San Martino in Valle. Dopo circa due anni, il 14 febbraio 1931, il Sottufficiale fece temporaneo ritorno a Fubine per coronare il sogno d’amore con la fidanzata Lucia Mordiglia, convolando a nozze.
Nel 1936, lo spartiacque della sua vita, quando, dopo avere accettato un’interpellanza, ottenne il trasferimento dalla Legione Trieste a quella di Cagliari, raggiungendo la terrà in cui lo attendeva l’amaro destino. A partire dal 15 maggio 1936 resse il comando della Stazione di Austiue (NU) e il 30 giugno 1938 fu promosso al grado di Maresciallo d’Alloggio, venendo destinato a comandare la Stazione di Genoni (NU) il 19 settembre successivo, dove sarebbe rimasto fino al 7 ottobre 1943, prima di subentrare al comando della Stazione di Gergey, sempre nel nuorese, luogo in cui sarebbe caduto vittima del dovere e per questo insignito della Medaglia di Bronzo al Valor Militare “alla memoria” con la seguente motivazione: “Il 22 dicembre 1943, il Sottufficiale, Comandante della Stazione Carabinieri di Gergei in provincia di Nuoro, con un numero esiguo di dipendenti, interveniva in un negozio del paese mentre veniva saccheggiato da una folla violenta. Ancorché percosso ripetutamente e ferito alla testa, il Maresciallo si rialzava continuando a fronteggiare i rivoltosi, finché veniva freddato da un colpo di moschetto sparato da uno di loro”.