Gli studenti del Balbo all’incontro con i Carabinieri di Casale
Temi principali la violenza e il bullismo tra i giovani e la prevenzione
CASALE – «Lo Stato c’è, la legge si schiera dalla parte della ragione e garantisce i diritti di ogni cittadino onesto. I Carabinieri sono un’istituzione moderna, ben integrata con il territorio, a cui rivolgersi senza timore quando si è vittime di violenza. Spesso è proprio il semplice cittadino, tramite il numero unico 112, che può far avviare l’indagine per colpire situazioni disoneste».
È il consiglio di Valerio Azzone, capitano, dallo scorso anno, della Compagnia dei Carabinieri di Casale Monferrato, rivolgendosi alle classi Seconde dell’Istituto Balbo. Romano d’origine, laureato in Giurisprudenza, prima di arrivare nel Monferrato, Azzone ha partecipato a missioni di Peace keeping in Kosovo e Palestina ed è stato responsabile del Nucleo operativo e del Radiomobile di San Donato Milanese, un’area con problematiche differenti rispetto al Casalese.
L’incontro, che si è svolto martedì 7 marzo nell’aula magna del Balbo, incentrato sul tema della violenza e del bullismo tra i giovani, si inserisce in un percorso di Educazione Civica, iniziato già da diversi anni, in collaborazione con le istituzioni del territorio.
Il capitano Azzone ha innanzitutto analizzato i problemi cui un adolescente può incorrere a causa di comportamenti non ponderati nei confronti di altri o di se stessi. «Il senso di onnipotenza e la sottovalutazione dei propri atteggiamenti – ha spiegato – possono indurre i ragazzi a scegliere scorciatoie che spesso sfociano in una escalation di violenza capace di provocare danni irreparabili. Il bullismo, ad esempio, provoca lacerazioni enormi in una persona. La vittima finisce per perdere autostima e per vivere nella paura; in certi casi, per la rabbia repressa e per la disperazione, può arrivare persino ad uccidere».
Che fare, allora, in questi casi? «Parlare, non nascondere l’accaduto – consiglia Azzone – Fidarsi dei genitori, degli insegnanti, delle istituzioni. Parlare non è fare la spia; l’omertà è l’atteggiamento da censurare, non la difesa dei propri diritti». Ma ai diritti – compreso il diritto dei giovani a divertirsi – bisogna aggiungere anche i doveri, che comportano responsabilità nei confronti dell’altro.