Centri massaggio hard? Il Pm chiede tre condanne (2 anni ciascuna)
Le difese si battono per l'assoluzione. Si torna in aula a maggio
NOVI LIGURE – C’erano centri, a Novi, dove, secondo gli inquirenti, venivano praticate ai clienti «prestazioni sessuali dietro pagamento di un corrispettivo di circa venti euro, ad opera di alcune massaggiatrici del centro».
Tre le persone finite davanti al Collegio giudicante: Aiping Wang (60 anni), Xuemei Wu (48 anni) e Yongjuan Xiang (58 anni), tutte domiciliate a Novi Ligure.
Due di loro sono difese dagli avvocati Giuseppe Lanzavecchia, Davide Daghino e Alberto Genovese.
Due i centri di Novi finiti nel mirino delle Fiamme Gialle: “Tokio Centro Spa” di corso Marenco e “Oriente Centro Massaggi” di viale della Rimembranza.
Per gli investigatori, dunque, la Xiang e la Wu «dirigevano e controllavano una casa di prostituzione, gestendo l’omonima ditta individuale formalmente deputata a offrire servizi degli istituti di bellezza, dove invece venivano praticate ai clienti prestazioni sessuali».
Alle tre donne sono state contestate numerose aggravanti, una tra tutte l’aver sfruttato le dipendenti.
Oggi pomeriggio, in aula, è stata sentita l’ultima testimone che ha confermato di aver lavorato per circa un mese nel centro di via Marengo dove, ha spiegato supportata dalla traduttrice, venivano praticati anche massaggi romantici. Terminata l’istruttoria, è iniziata la discussione.
Il Pubblico ministero, ritiene che le imputate siano responsabili dei reati a loro contestati, e ha chiesto rispettivamente due anni di reclusione.
Due delle difese, affidate agli avvocati Davide Daghino e Simona Signorelli (per l’avvocato Alberto Genovese) al termine della loro arringa si sono invece espressi per l’assoluzione.
Il processo è stato rinviato al 24 maggio, giorno in cui parlerà un altro avvocato della difesa. Quindi la sentenza.
Il dibattimento
Erano stati citati una quarantina di testimoni, si trattava principalmente dei clienti (che coinvolgono le zone del Novese, dell’Acquese, del Gaviese e di Pozzolo) che frequentarono i centri.
Durante il dibattimento ne sono stati sentiti molti meno. Erano chiamati a spiegare cosa accadeva dietro ai paraventi nei centri massaggio sotto accusa di Novi Ligure. E per i testi-clienti, raccontarlo davanti al Collegio giudicante e al pubblico ministero non è stato facile. Esitazioni nelle risposte e voce imbarazzata avevano richiesto un grande lavoro della pubblica accusa e del presidente del Collegio per riuscire a far emergere ciò che si verificava durante gli incontri, dopo che tutti, inizialmente, avevano parlato di solo massaggi.
I sei testi, sui dieci convocati, avevano raccontato sostanzialmente la stessa cosa.
C’era un tariffario per i massaggi che comprendeva diverse tipologie di attività, ad esempio solo «spalle o corpo intero».
Una volta sdraiati sul lettino, iniziava la manipolazione che, a un certo punto, diventava spinta. Il cambio di situazione, però,
era diverso a seconda dei racconti: alcuni avevano spiegato che veniva proposto un massaggio più intimo, altri di frasi meno dirette, visto che l’operatrice iniziava a toccare le parti ‘sensibili’, rendendo poi difficile interrompere la prestazione. E il massaggio si trasformava in masturbazione.
Se si era dunque puntata l’attenzione su cosa succedeva, ma per la difesa i responsabili di quegli atti sono persone estranee agli imputati. Tutti, infatti, hanno affermato di non poter sostenere chi gestisse i centri e, addirittura, chi eseguisse i massaggi, visto che l’ambiente era avvolto da luci soffuse e penombra. Alcuni hanno parlato di sovrapprezzo per le prestazioni hard, altri lo hanno negato.
Il nodo focale di questo processo, sarà stabilire se vi siano responsabilità per l’ipotesi d’accusa di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. Le tre donne negano gli addebiti.
Per l’accusa sono da ritenere responsabili. Sono da assolvere per parte delle difese. Ma bisognerà attendere maggio per sapere cosa deciderà il giudice.