Caso Ginepro, parla il padre Giorgio: «Ecco come stanno le cose»
Per «il vecchio dello studio» la bufera sulla sua famiglia avrebbe una matrice politica
Ieri sera la 'Controllo e Garanzia' in Comune a Casale
CASALE – Molto di quello che è stato detto nell’assemblea pubblica del Mercato Pavia a Casale sul ‘Caso Ginepro’, è stato ripetuto all’indomani, ieri, nella riunione della commissione ‘Controllo e Garanzia’, convocata dal presidente Giorgio Demezzi in Comune a Casale.
Vi hanno partecipato in molti: i consiglieri comunali Monica Mellina, Mariella Travaglini, Tatiana Mantovan, Fabio Botteon, Vincenzo Miceli e Rosaria Patanella per la maggioranza, Angelo di Cosmo, Maria Fiore, Luca Gioanola, Roberto Milano per la minoranza con l’indipendente Ettore Bellingeri, oltre allo stesso Demezzi per quanto riguarda il consiglio comunale.
Oltre a loro il vicesindaco Emanuele Capra, i presidenti di Amc Fabrizio Amatelli, di Energica Paolo Secco, di Am+ Massimo Zemide e poi anche Franco Caligaris, presidente del collegio sindacale di Amc.
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Ci sono stati alcuni momenti in cui i toni si sono alzati, ma tutti gli intervenuti hanno mosso da un unico filo comune, riassunto dalle parole di apertura di Giorgio Demezzi: «Il colpevole (di questa situazione nda) sappiamo tutti chi è, non ci sono dubbi». Capra ha riassunto la situazione debitoria attuale, nei confronti del solo gruppo Amc, degli 85 condomini di Ginepro: in totale siamo quasi al milione di euro, 957mila per la precisione.
Gli scontri, che hanno visto protagonisti principalmente Giorgio Demezzi da una parte e, dall’altra, soprattutto Fabrizio Amatelli, hanno riguardato principalmente le tempistiche, la possibilità che avevano, o non avevano, le società di prevedere per tempo il patatrac. Il presidente della commissione ha citato verbali del cda di Energica dello scorso 13 settembre e di Amc del 27 dello stesso mese, sottolineando la forte esposizione debitoria dei condomini di Ginepro, menzionando anche un precedente, sempre tra Amc e Ginepro, del 2009.
Gli ha risposto in primis Emanuele Capra. Gli insoluti erano diffusi in città, comune a tutti, amministratori inclusi. Tutti sono ‘rientrati’ completamente entro il 20 ottobre dello scorso anno (per l’acqua, Am+, è invece necessario un discorso a parte: alla verifica semestrale di giugno 2022 la situazione risultava nella norma. A settembre 2022 per i primi condomini risultati morosi, sono partite le procedure di recupero, previste dalla legge. Al 30 giugno insoluto di 55mila euro, al 31 dicembre salito a 130mila, a marzo arrivato a 285mila). «A settembre l’esposizione di Ginepro era uguale (in proporzione al numero di condomini) a quella di tutti gli altri» le parole di Paolo Secco.
Ha preso quindi la parola Roberto Milano, ricordando la natura di servizio pubblico delle società del gruppo Amc, e temendo che dopo aver pagato gli insoluti gli utenti possano cambiare fornitore.
In difesa della ‘sua’ società è arrivato Fabrizio Amatelli: «Gli amministratori preferiscono noi perchè da 30 anni quando hanno un problema possono sedersi a un tavolo e trovare una soluzione». Si poteva agire prima perciò? Paolo Secco si è detto sicuro del no: «Tutte le azioni si sono svolte regolarmente, non eravamo al punto di poter chiudere le utenze», una circostanza auspicata il giorno prima da alcuni condomini all’incontro del ‘Pavia’, che avrebbero preferito avere il gas staccato piuttosto che rischiare di pagarlo due volte. Ancora Amatelli: «Se il 17 gennaio qualcuno mi avesse chiesto se Ginepro pagava gli avrei risposto ‘come un banchiere’».
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Sintetico Capra: «Siamo tutti parti lese, vittime dello stesso colpevole che è stato abile a mascherare le manchevolezze accendendo dei fidi in banca. Nessuno immaginava una cosa del genere, nemmeno gli stessi condomini. Il recupero dei crediti, poi non è una funzione della politica».
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Qualche condominio, con nuovi amministratori, sta già iniziando a versare. Lo ha detto Secco: «Stiamo giornalmente già ricevendo dei pagamenti, voglio chiarire che Ginepro non ha mai usufruito da noi di corsie preferenziali».
In chiusura, ancora Demezzi: «Le ricchezze, il capitale di queste società sono i clienti. Se li salvaguardiamo salvaguardiamo le aziende stesse. Dobbiamo trovare delle forme adatte per gestire la situazione, nell’interesse di tutti».