Mariano Santaniello riconfermato alla guida dell'Isral
L'architetto novese presidente dell'Istituto per la storia della resistenza e della società contemporanea in provincia di Alessandria
In biblioteca a Novi Ligure sarà proiettata una intervista rilasciata dallo scrittore nel 2001. Organizzano Anpi, Isral e Memoria della Benedicta
NOVI LIGURE — Un documento straordinario per scoprire uno dei più importanti testimoni del Novecento: venerdì 24 marzo, alle 21.00, la biblioteca di via Marconi 66 a Novi Ligure ospiterà la proiezione di una videointervista a Nuto Revelli, risalente all’aprile del 2001. La proiezione sarà introdotta da Graziella Gaballo, Mariano Santaniello e Daniele Borioli, rispettivamente presidenti dell’Anpi di Novi Ligure, dell’Isral e dell’associazione Memoria della Benedicta, che insieme alla biblioteca hanno organizzato l’iniziativa.
Nuto Revelli (1919-2004) è stato un memorialista e scrittore. Tra i suoi lavori si ricordano: “La guerra dei poveri”, “La strada del davai”, “Mai tardi. Diario di un alpino in Russia”, “L’ultimo fronte. Lettere di soldati caduti o dispersi nella seconda guerra mondiale”, “Il mondo dei vinti. Testimonianze di vita contadina”, “Anello forte”, “Il disperso di Marburg”.
Fu giovane ufficiale degli Alpini durante la campagna di Russia, dove toccò con mano l’esperienza della guerra in tutta la sua crudele sofferenza e la criminale negligenza fascista nell’equipaggiamento delle truppe. Dopo l’8 settembre, diventò uno dei primi organizzatori del movimento partigiano nel cuneese. Il suo approdo alla scrittura, così come avvenne per Primo Levi e Mario Rigoni Stern, deriva dal dovere civile e morale di testimoniare, di dare voce ai dimenticati di sempre: ai caduti e ai dispersi della guerra, ai reduci, ai contadini delle campagne più povere.
L’intervista che sarà proiettata a Novi, una delle ultime da lui rilasciate, ha al proprio centro l’esperienza bellica vista come un vero e proprio spartiacque esistenziale tra un “prima”, fatto di una sostanziale acquiescenza alla retorica del regime, e un “dopo”, connotato dall’irruzione della coscienza critica.
Con parole semplici, chiare ed efficaci come sono sempre state le sue, Nuto Revelli sottolinea l’importanza della scelta, sia quella personale, frutto di una maturazione individuale, sia quella generazionale che riguardò buona parte della cosiddetta “generazione del Littorio”, formata dai nati subito prima o immediatamente dopo il 1920, che avevano vent’anni quando il fascismo portò l’Italia nella catastrofe della guerra.
Mariano Santaniello riconfermato alla guida dell'Isral
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