Caso Ginepro, parla il padre Giorgio: «Ecco come stanno le cose»
Per «il vecchio dello studio» la bufera sulla sua famiglia avrebbe una matrice politica
Le testimonianze di alcuni condomini presenti all'incontro di ieri sera al Mercato Pavia di Casale
CASALE – È scesa la sera al Mercato Pavia e le uniche luci rimaste sono quelle bianche di un maxischermo. Illuminano, spettrali, una folta platea di volti nervosi e inquieti, tra chi stringe i denti e chi scuote la testa quasi rassegnato.
Un dramma davanti a cui sono riunite poche persone: il sindaco Federico Riboldi, il vice Emanuele Capra, i presidenti di Amc Fabrizio Amatelli, Am+ Massimo Zemide ed Energica Paolo Secco.
Caso Ginepro, parla il padre Giorgio: «Ecco come stanno le cose»
Per «il vecchio dello studio» la bufera sulla sua famiglia avrebbe una matrice politica
È così che si presenta sul far della sera l’incontro previsto nella giornata di ieri con gli inquilini dei circa ottanta condomini amministrati dallo studio Ginepro. Un mare di facce unite da un sentimento comune: la rabbia, il senso di ingiustizia di fronte a una tremenda realtà. Dal coro si ergono di tanto in tanto alcune voci, ognuna con la propria storia. Ne abbiamo sentite alcune.
«Io e il mio compagno arriviamo a fine mese giusti giusti – a parlare è un’inquilina di uno dei condomini di via rampini, al Valentino – E ora mi vengono a richiedere dei soldi di alcune bollette che io ho già dato, facendo anche dei sacrifici. Sono tre anni che non andiamo in ferie per mettere i soldi da parte per una casa nostra… e ora questo. Come faccio a pagare di nuovo?». La coppia vive in affitto nello stabile da circa 6 anni. Il loro sogno? Avere una propria abitazione, magari una villetta indipendente, da poter chiamare casa. Ce l’avevano quasi fatta. «Vorremmo andare via entro la fine dell’anno, ma è difficile. Abbiamo aperto un mutuo per la casa nuova e arriviamo a fine mese giusti con i nostri stipendi. Ma ci diamo da fare. Quando il 28 febbraio è arrivato il sollecito per gli insoluti siamo rimasti senza parole: noi non abbiamo mai saltato nessun pagamento».
Da lì, l’iter per capire che cosa fosse successo. Un passaggio difficile per i due, essendo affittuari. «Sono andata immediatamente in studio a chiedere spiegazioni. Mi hanno risposto che si trattava solo di un piccolo disguido, ma avevano già provveduto a saldare: semplicemente Amc non aveva provveduto ad aggiornare i dati sul computer. Oggi questi soldi che fine hanno fatto?». E il proprietario? «Lui non era stato neanche informato della situazione, gliel’ho detto io. Il punto è adesso che mi dispiacerebbe dover ritirare fuori i soldi dato che come affittuari non potevamo avere neanche potere decisionale sull’amministratore». Ma prima di quel famoso 28 febbraio è sempre andato tutto liscio? O ci sono stati dei dubbi? «Da qualche tempo le ragazze che si occupavano delle pulizie del palazzo hanno smesso di presentarsi. Dopo averlo notato, a inizio anno, abbiamo deciso di andare a sollecitare. Ma quando ho chiamato mi sono sentita rispondere: ‘ma non è colpa nostra, al giorno d’oggi queste ragazze non hanno più voglia di lavorare‘. Ma è ovvio: nessuno di noi ha voglia di impegnarsi se non ci sono soldi».
Un tema, quello delle pulizie, che ritorna anche in altre realtà. A spiegarlo è una donna residente con la famiglia in uno degli stabili in pieno centro, in via vigliani. «Quando è uscita questa storia, chi si occupava delle pulizie ci ha spiegato che non vedeva un soldo da almeno 6 mesi». Il caso in via vigliani però sembra essere differente: gli insoluti sono verso piccoli fornitori principalmente. «Abbiamo anche noi ricevuto la lettera e ci siamo subito mossi, come assemblea condominiale, per controllare i movimenti del conto corrente dello stabile. Fortunatamente non è stato fatto nessun fido bancario e risultano solo duecento euro d’insoluto per appartamento. La cosa che ci ha lasciati perplessi però è che le bollette che abbiamo versato da inizio anno risulta che siano state usate per saldare dei debiti con Energica e Am+ risalenti anche al 2017. Ma noi i soldi per pagare quelle bollette, negli anni, glieli avevamo dati». Che cosa può essere successo?
«L’idea che mi sono fatta è che ci sia stata una mal gestione non pagando determinate cose: non usava i soldi quando arrivavano. Secondo me dipende che aveva tanti condomini, era molto nominato, e così gli hanno permesso di fare quello che voleva. Qualcosa però non è andata e la macchina si è fermata». Un problema che per l’inquilina si ripercuote anche sulla propria storia personale. «Sto cercando di comprare un altro appartamento nello stesso immobile, ma adesso è ancora più difficile. Chi pagherà gli insoluti? Ho bisogno però di questo appoggio perché dovrò tenere un mio famigliare vicino a me per motivi di salute. L’avvocato Strambi Ferrini ha parlato di ‘meno rabbia’. Ma la rabbia è giusto che ci sia. E non credo che neanche da parte dell’Amministrazione Comunale il problema sia stato gestito come doveva: all’inizio dell’incontro ci hanno fatto perdere tre quarti d’ora solo per pararsi subito le spalle con delle persone che dovevano pagare due volte le spese condominiali. Non mi sembra proprio una partenza eccellente. Non sono stati in grado di capire la situazione fino in fondo».
Caso Ginepro: l'incontro con gli inquilini al Mercato Pavia di Casale
L'appuntamento indetto dal sindaco Federico Riboldi per provare a rispondere alle ansie di centinaia di casalesi