Caso Ginepro: l’incontro con gli inquilini al Mercato Pavia di Casale
L'appuntamento indetto dal sindaco Federico Riboldi per provare a rispondere alle ansie di centinaia di casalesi
CASALE – L’ansia di centinaia di inquilini degli stabili, un’ottantina, amministrati dallo studio Ginepro, potrà trovare risposte nell’incontro indetto dal sindaco di Casale Federico Riboldi al Mercato Pavia alle 18.
Presenti il primo cittadino e il vice Emanuele Capra ma anche i presidenti di Amc Fabrizio Amatelli, Am+ Massimo Zemide ed Energica Paolo Secco.
Da alcune settimane su tantissime famiglie si è abbattuta la scure di bollette che i residenti pensavano di aver pagato, attraverso il loro amministratore, ma che invece quest’ultimo non aveva versato alle società partecipate dal Comune.
Il ‘buco’ si aggirerebbe intorno al milione di euro. Soldi che, già versati, dovranno verosimilmente essere sborsati di nuovo.
Il resoconto dell’assemblea
Duecento le sedie messe a disposizione dal Comune. Che fossero poche lo si è capito ben prima dell’inizio della riunione. Esaurite. Così sono stati almeno due volte tanti i casalesi che hanno seguito in piedi, con una partecipazione che è andata via via crescendo nel corso del pomeriggio, gli interventi, prima davanti al maxischermo predisposto per l’occasione, quindi sempre più frequenti dalla platea.
Ad aprire l’incontro con una brutta notizia è stato il sindaco. Riboldi ha spiegato come il debito contratto con le società del gruppo Amc (di 805mila euro) sia solo una parte, e nemmeno la più rilevante, dei debiti creati dallo studio Ginepro in nome e per conto degli 85 condomini casalesi amministrati: 3500/4000 le persone coinvolte.
«Esiste una parte molto più importante (di debiti) con le altre aziende, le banche, le assicurazioni, tutto quello che gira intorno alla vita dei palazzi» le parole del sindaco. Una mazzata. Attesa ma sempre tale.
Il suo vice Emanuele Capra ha quindi esposto date e numeri degli insoluti con il Gruppo Amc.
Per quanto riguarda il gas, lo si è letto dalle slides, «alla scadenza del 6 febbraio 2023, lo studio Ginepro non ha versato il
corrispettivo delle bollette del gas, fino a quel momento i pagamenti erano nella norma. Al 31/12/2022 il debito dello studio Ginepro relativo al gas ammontava a euro 17.000 su 85 condomini».
La cifra è poi aumentata a febbraio e soprattutto a marzo fino ai 413mila attuali (il 6% su importi di dicembre gennaio, il 29% di febbraio, il 65% di marzo).
Per quanto riguarda il teleriscaldamento gli insoluti ammontano a 107mila euro, 17mila da settembre/dicembre 2022, l’84% da gennaio a marzo.
Venendo quindi all’acqua, sempre dalle slide lette da Capra: «alla verifica semestrale di giugno 2022 la situazione risultava nella norma. A settembre 2022 per i primi condomini risultati morosi, sono partite le procedure di recupero, previste dalla legge». Al 30 giugno insoluto di 55mila euro, al 31 dicembre salito a 130mila, a marzo arrivato a 285mila.
«Tra settembre e novembre 2022 lo studio Ginepro ha versato una cifra di 435.000 euro circa, per le bollette del gas – hanno spiegato le slides di Capra – Visti i pagamenti gas che venivano effettuati regolarmente, nessun indicatore lasciava intendere
che l’amministratore avesse incassato le quote dai condomini con l’intenzione di non versarle. Nell’autunno 2022, in un contesto di crisi energetica mondiale, tanti amministratori di Casale hanno avuto ritardi nei pagamenti».
Ma quindi quando in Comune e nelle partecipate hanno iniziato a sentire puzza di bruciato? Poco fa la risposta del vicesindaco: «A febbraio lui inizia a non versare più e poi la situazione precipita inesorabilmente a marzo. Fino a febbraio l’azienda (Amc) non aveva coscienza che la situazione si fosse aggravata così tanto».
Per l’acqua, tuttavia, il vicesindaco ha raccontato di come ci si fosse già mossi a dicembre. Am+ tra dicembre e gennaio ha avviato le azioni legali per ottenere un recupero coattivo degli insoluti.
Questione di fidi bancari
Uno dei temi ricorrenti, uscito nel corso della serata e più volte tirato in ballo dai cittadini, alcuni così esasperati dall’ansia da avere gli occhi lucidi, è stato quello dei fidi bancari. Sarebbero diversi e sarebbero ingenti, tutti con lo stesso istituto di credito: si tratterebbe della Banca del Piemonte. Impossibile, fintanto che i condomini non sceglieranno un nuovo amministratore (e ricevano carte e documenti dai legali di Ginepro), definire l’importo di tutto il quadro debitorio, caso per caso. Sembra però, ad ascoltare le storie raccontate al Mercato Pavia, che queste linee di credito siano state aperte in modo non del tutto cristallino, senza i richiesti verbali di assemblea condominiale.
«Capra Amc, Am+ ed Energica non si sono rivolti prima ai condomini perché non è previsto dalla legge. Contezza del problema fino a inizio anno non c’era avuto, mancava la percezione reale» ha proseguito Capra annunciando, con un pubblico sempre più inquieto, la linea d’azione delle partecipate.
- Uno sportello dedicato presso Amc per discutere singolarmente ogni specifico caso, con i nuovi amministratori designati.
- Azzeramento delle spese legali sostenute dai condomini.
- Massima agevolazione nella rateizzazione dei pagamenti. A prescindere dalla volontà delle aziende pubbliche, la legge prevede che al condominio spetti il pagamento dei debiti contratti dall’amministratore. Saranno poi i condomini a doversi rivalere sull’amministratore insolvente.
In particolare quest’ultimo punto, che parafrasato si può intendere con un (inevitabile ma drammatico in termini di legge): “Avete pagato ma dovrete ripagare salvo poi provare a rivalervi su Ginepro” ha fatto infuriare il pubblico: «Pagheremo due volte!» ha gridato la folla con una brutale sintesi.
«I legali hanno tentato un primo abboccamento con le partecipate per proporre anche soluzioni. Attualmente Andrea Ginepro e la sua società non sono latitanti, hanno l’intenzione di rimediare al problema» ha risposto Capra, ricevendo però in risposta le risate nervose della platea.
«Noi non possiamo entrare nel merito del rapporto, possiamo eventualmente farci parte attiva per mettervi in contatto, creando dei momenti di confronto tra i nuovi amministratori e i legali affinché possiate rientrare in tutto o in parte. Da parte nostra nessuna volontà di richiedere immediatamente i soldi che avete pagato, cercando di dare il tempo alla situazione per vedere se ci sono risvolti positivi… Si cercherà di dare ai nuovi amministratori le massime rateizzazioni possibili».
«Meno rabbia»
Alla serata ha partecipato anche Maria Grazia Strambi Ferrini con l’associata Marta Scolaro; le due sono i legali dello studio Ginepro.
«Il nostro assistito c’è, è qua (inteso come in Monferrato). Io sono in sua rappresentanza, non è andato via. Offre tutta la disponibilità per trovare dei rimedi di legge. La via maestra è avere al più presto – per ogni suo condominio – un nuovo amministratore che prenda in mano la contabilità».
La miccia del pubblico l’ha accesa un invito, avanzato dalla Strambi Ferrini, ad avere «Meno rabbia». Gli animi esasperati tuttavia non hanno retto, si sono sentite grida e urla.
«Vi sto dando linee guida e spero che vengano comprese. Dovete nominare al più presto un nuovo amministratore» ha provato a smorzare gli animi il legale.
Si sono quindi succeduti senza soluzioni di continuità gli interventi. Fabrizio Amatelli, Paolo Secco, ancora il sindaco Riboldi. In mezzo anche il pubblico ha iniziato a pretendere e ottenere la parola. I casi particolari si sono iniziati a sommare in un calderone sempre più ribollente di disagio.
C’è chi ha adombrato responsabilità di Amc nel concedere a Ginepro un trattamento di favore, chi invece ha raccontato di come si sarebbe riuscito a mantenere gli incarichi negli stabili attraverso alcuni «fedelissimi».
Il tema forte, già accennato, quello dei fidi bancari: «Tutto questo è accaduto non perché non abbiamo controllato, ma perché qualcuno ha fatto azioni disoneste» hanno tuonato dal pubblico. «Siamo tutti sulla stessa barca. È pieno di fornitori, di piccole aziende che con i servizi ai condomini ci vivono» ha proseguito Capra.
Le accuse nei confronti della banca si sono sommate una all’altra: «Chiedo all’amministrazione di fare una class action, questa è una responsabilità della banca, sia civile che penale. Il comune prenda i suoi legali» una richiesta.
«Abbiamo già pagato e ora ce li chiedete ancora? Ci mettete in difficoltà. Il prossimo inverno chi le paga le bollette?» uno dei tanti interventi in grado, tra storie tutte diverse ma tutte unite da un tragico filo conduttore, di riassumere la situazione di centinaia, migliaia di monferrini.
Alcuni nemmeno proprietari ma semplici affittuari. Avendo pagato una volta dovranno rifarlo anche loro?