Franca Roso (Ancot): “Da Terme di Acqui decisione grave e scorretta”
"Un danno di immagine per la città, e si mettono a rischio tante famiglie"
ACQUI TERME – È di pochi minuti fa il comunicato congiunto diramato agli organi di stampa da Ancot (Associazione Nazionale Comuni Termali), presieduta dalla consigliere comunale Franca Roso, e dal Comune di Acqui.
“La decisione di posticipare a settembre l’apertura dello stabilimento Nuove Terme – fanno sapere Ancot e Comune – presa unilateralmente e senza neppure consultare preventivamente l’Amministrazione, né le rappresentanze sindacali che rappresentano i lavoratori dipendenti da Terme Spa, non solo sconfessa senza apparenti motivazioni la linea del dialogo e della collaborazione che sembrava essersi instaurata fra la proprietà e le istituzioni, ma provoca una serie di criticità che non potranno rimanere senza conseguenze“.
“A rischio il legittimo diritto alla salute”
“La scelta di prolungare sino all’autunno il periodo di chiusura delle Terme rappresenta un grave danno per l’intera economia di Acqui Terme e del territorio che la circonda, e un ancor più rilevante danno per l’immagine della città. Inoltre, si traduce in un fattore di profonda incertezza per tante famiglie che, direttamente o indirettamente, legano la loro condizione economica all’indotto legato all’apertura delle Terme. Infine, nega la possibilità di accedere alle cure termali nella sede di Acqui Terme alle tante persone che avevano scelto o individuato nella nostra città, e nelle peculiari proprietà delle sue acque salsobromojodiche, la sede per effettuare un percorso curativo indispensabile alle loro esigenze, mettendone a rischio il legittimo diritto alla salute. La posizione presa dalla proprietà, nella sostanza e per le modalità con cui è stata assunta, non potrà restare senza conseguenze”.
“Come presidente nazionale di Ancot – afferma Franca Roso – e ancor più come acquese e consigliere comunale della mia città, la decisione presa dalla proprietà di Terme spa mi indigna doppiamente. Si tratta di una decisione che ritengo in primo luogo gravissima, in quanto mette a repentaglio il diritto alla salute di tantissime persone, negando loro la possibilità di accedere ai benefici ed alle proprietà curative uniche delle nostre acque termali, ma anche scorretta, in quanto presa da un soggetto che non è proprietario esclusivo di queste acque, ma solamente beneficiario di una concessione, e non ha ritenuto di consultare né il Comune di riferimento, né la Provincia e la Regione, autorità da cui queste concessioni hanno origine. L’acqua è un bene pubblico. Gestirla comporta diritti e doveri. Ancot ritiene inaccettabile che un’intera città sia ostaggio delle decisioni prese unilateralmente da un imprenditore che ha in gestione un bene di utilità pubblica, e non esiterà a fare ricorso a tutte le leve istituzionali, anche a livello nazionale, per trovare i necessari correttivi a una situazione che di fatto è lesiva del diritto alla salute, fondamentale per il cittadino e garantito dalla Costituzione”.
Il Comune di Acqui Terme e Ancot si dicono pronti ad agire in maniera coordinata ad ogni livello “per giungere nel più breve tempo possibile a una soluzione rispettosa degli interessi collettivi”.