Candidato depennato dalla lista: Riccardo Molinari si difende in tribunale
Il nome di Stefano Zacà (parte civile) escluso per scelta politica. A processo in tre
TORINO – Il segretario regionale della Lega in Piemonte e capogruppo del Carroccio alla Camera, Riccardo Molinari, il deputato della Lega Alessandro Benvenuto e una terza persona legata al partito, Fabrizio Bruno, hanno davvero commesso un falso alla vigilia delle elezioni amministrative 2020 del Comune di Moncalieri?
Del caso – legato all’esclusione dalla lista di un ex esponente locale di Forza Italia, Stefano Zacà – si sta dibattendo davanti al giudice Paolo Gallo del Tribunale di Torino, Terza sezione penale.
Durante l’udienza di ieri, venerdì 17 marzo, sono stati sentiti quasi tutti i testi del Pm, quindi si tornerà in aula a luglio per ascoltare gli ultimi testimoni e proseguire con la discussione.
A quel tempo, ci fu un braccio di ferro davanti al Tar e al Consiglio di Stato che si concluse con il reinserimento del candidato di centrodestra alle Comunali. La querelle si spostò in Procura, con un esposto dei Radicali, quindi il rinvio a giudizio. Stefano Zacà si è costituito parte civile con l’avvocato Fabio Ghiberti.
Il dibattimento è in corso
Il quadro finora emerso dal dibattimento è che da un lato, sotto il profilo della contestazione di falso, la mera interlineatura del nome del candidato dagli atti seperati allegati alla lista di presentazione dei candidati, non costituirebbe un’ipotesi di falsificazione.
Dall’altro, come intende dimostrare la difesa, l’operazione fu condotta in piena trasparenza e buona fede dai responsabili della presentazione della lista. Peraltro, in quel contesto, gli onorevoli Benvenuti e Molinari non ebbero alcun ruolo se non con riferimento alla scelta politica di non presentare tra i nomi della Lega un possibile candidato che in quel momento era ancora capogruppo di Forza Italia nel Consiglio comunale di Moncalieri, aderendo a una richiesta di natura politica dell’onorevole Zangrillo che aveva evidenziato come una tale scelta non sarebbe stata compatibile con la decisione già assunta di presentarsi come coalizione di centrodestra.
Il difensore di Molinari, avvocato Luca Gastini, confida nel fatto che tutto ciò sia già emerso in modo molto chiaro, e venga ulteriormente confermato e approfondito con l’esame testimoniale degli onorevoli Paolo Zangrillo e Claudia Porchietto che dovrebbero essere ascoltati la prossima udienza.
La contestazione che viene mossa sarebbe quella di aver falsificato quegli atti separati: per la difesa, quell’azione sarebbe stata del tutto inutile perché il nome di Zacà non fu inserito nell’atto principale, ovvero la vera e propria lista, né furono presentati i suoi documenti.
Quell’elenco conteneva 23 nomi, e non il ventiquattresimo (Zacà) perché la scelta fu quella di non presentarlo. Ma visto che negli atti separati risultava anche il suo, per renderli omologhi alla “principale” fu tracciata una riga sul suo nome. Modalità, spiega Gastini, che la Commissione prefettizia elettorale di Moncalieri ritenne perfettamente adeguata alla normativa.