Addio a Calleri, la promozione sfiorata e quella radiolina..
All'Alessandria dal 1983 al 1985, pii Lazio, Toro e Bellinzona
ROMA – “Complicazioni cardiorespiratorie“. Oggi si è spento a Roma, dove viveva, Gianmarco Calleri, 81 anni, che fu presidente dell’Alessandria per due stagioni, dall’estate 1983 al 1985, l’addio dopo lo spareggio perso a Modena con il Prato.
Già calciatore della Lazio, titolare della Mondialpol, memorabile la conferenza di presentazione, nella sede dell’azienda, insieme al fratello Giorgio e a Carlo Regalia, direttore sportivo e vero stratega di tante squadre.
Voleva vincere la C2, prese giocatori di categoria superiore, addirittura convincendo Gigi Manueli, che era in A a Verona, a tornare alle origini. E poi alcuni giovani che poi lo seguirono alla Lazio, Angelo Gregucci, Giancarlo Camolese e Gegio Sgarbossa.
Per due volte terzi, il duello fatale con il Prato, davanti a migliaia di tifosi, segnò però la fine della sua esperienza. Contestazioni in tribuna, qualcuno lanciò una radiolina. Calleri decise di lasciare, nel campionato successivo Massimo Silei amministratore unico, ma già era pronto il ritorno al primo amore, la Lazio, che prese nel 1986, in una situazione disperata, con un -9 iniziale, annullato da un gruppo straordinario che centrò la salvezza. Fra i colpi della sua gestione anche l’ingaggio di Paul Gascoigne.
Con lui ancora Giorgio, vicepresidente, considerato, già all’epoca dell’Alessandria, l’antidivo, poca ribalta e tanta sostanza. Dal 1986, anche con il finanziere Renato Bocchi, rileva la Lazio dal gruppo di Franco Chimenti, acquistando anche i terreni dove poi è stato realizzato il centro sportivo di Formello. Nel 1991 la scomparsa di Giorgio, sepolto a Busalla, paese di origine, l’anno dopo la cessione a Cragnotti.
Due anni di assenza, poi nel 1994 l’ingresso nel Toro, che acquisisce dal notaio Goveani. Tre anni, poi il passaggio a Massimo Vidulich dopo la retrocessione in B.
L’ultima esperienza da dirigente al Bellinzona, dal 1998 al 2001. Falliti i tentativi di acquisire il Genoa nel 2003 e di nuovo la Lazio nel 2004. Dopo quelle due trattative a vuoto, la decisione di passare tutte le attività al figlio Riccardo, già vicepresidente di Gea World.