Il capo della Polizia per le Fiamme Oro. E Swimming scrive
Il prefetto Gianni giovedì ad Alessandria. L'associazione sportiva chiede ore nella piscina della Scuola per allenamenti
ALESSANDRIA – La piscina della Scuola di Polizia di Alessandria ha riaperto a inizio febbraio, con corsi per gli agenti e le loro famiglie, ma anche per bambini e ragazzi, dai 6 ai 16 anni.
L’inaugurazione ufficiale delle Fiamme Oro, sezione giovanile, sarà giovedì, alla presenza del Capo della Polizia, il prefetto Lamberto Giannini, che visiterà la struttura e incontrerà anche gli istruttori e alcuni ex atleti azzurri che si occupano della preparazione.
Lo Swimming Club Alessandria, però, attende ancora risposta alla lettera inviata un mese fa alla Direzione della Scuola. “Abbiamo espresso gioia per la riattivazione dell’impianto natatorio della Scuola di Polizia, unica piscina nel capoluogo. Così come la presenza del prefetto Giannini è motivo di orgoglio e di vanto per tutta la città”. Ma, come sottolineano i dirigenti dello Swimming, “c’è un retrogusto un po’ amaro. Già nella prima settimana di febbraio abbiamo chiesto alla Direzione della Scuola Allievi Agneti di poter usufruire dello ‘spazio acqua’, cioè di poter svolgere attività agonistica tra le corsie della piscina. Sarebbero – spiegano – poche ore al giorno, in alcune delle otto corsie, da utilizzare per gli atleti che, da agosto, tutti i giorni, fanno la spola da Alessandria e Tortona, con un impegno logistico, ed economico, anche per le loro famiglie”.
All’amministrazione della Scuola è stato proposto anche “il versamento di un contributo al Fondo assistenza della Polizia di Stato e la collaborazione al servizio di assistenti bagnanti per chi sceglie il nuoto libero, sgravando l’amministrazione stessa di questa incombenza, ma dopo un mese non è arrivata alcuna risposta”.
Per lo Swimming “sono incomprensibili gli ostacoli a una sinergia tra Ministero dell’Interno e la squadra di nuoto che ha rappresentato la città negli ultimi 35 anni, fucina di campioni come Federico Poggio e Alessandro Fusco e, nel salvamento, i nazionali Battegazzore, Ferrua, Cacciabue e Crivelli. L’impianto vicino a casa c’è e non capiamo perché gli atleti non possano usufruirne”.
